La necessità di estendere reti wireless è una costante di chi lavora sulle infrastrutture di rete. Normalmente il problema risiede nel progettare una architettura che massimizzi il rapporto tra numero di access point installati e la superficie coperta, anche per un discorso di costi.

Esistono tuttavia ltri scenari in cui i collegamenti wireless possono venire in aiuto, come nel caso in cui i punti da collegare siano solo due, ma molto distanti tra loro. In tale situazione non si può fare affidamento sui normali access point – seppur a lunga portata – ma bisogna orientarsi su prodotti specifici per collegamenti punto-punto (PtP), o multi-punto (PtMP). Ubiquiti propone una gamma di antenne per queste necessità, organizzati per potenza e quindi per capacità di trasmissione: NanoBeam e NanoStation per i collegamenti fino a 5Km, LiteBeam, PowerBeam e AirFiber su distanze tra 5 e 15Km, fino a prodotti di fascia superiore in grado di coprire distanze di decine di chilometri.

In questo numero di Guru abbiamo provato nello specifico la NanoStation AC Loco, ovvero la versione a minor potenza (7W e 13dBi di guadagno d’antenna, rispetto ai 9W e 17 dBi della sorella maggiore) della famiglia NanoStation.

Il Prodotto

L’antenna viene venduta singolarmente ed è pensata per lavorare insieme ad uno switch (e il relativo controller) UniFi con alimentazione PoE (24V passivo), quindi nella confezione è presente solo un piccolo manuale di prima installazione e la fascetta con cui applicare il dispositivo al palo di supporto. Bisogna specificare che, in quanto modello entry level, è previsto il solo montaggio “pole-mount” con la parte posteriore della scocca già sagomata; è necessario passare a prodotti di fascia superiore per poter lavorare con attacchi orientabili e non pre-sagomati, come ad esempio il window-mount a ventosa. In caso non si abbiano switch dedicati, è sufficiente acquistare  l'alimentatore PoE 24-12W-G sempre di Ubiquiti, per un prezzo complessivo di circa 75 euro IVA inclusa.

eth port

La NanoStation non ha una classificazione IP specifica, pur essendo praticamente in una scocca unibody, ad esclusione dello sportellino che dà accesso alla porta ethernet e al pulsante di reset; risulta quindi necessario valutare un punto di fissaggio che non la esponga direttamente agli agenti atmosferici. Il produttore specifica che il materiale è di tipo Outdoor UV Stabilized Plastic, con temperature di esercizio da -40 a +70 gradi centigradi. Nel caso del modello Loco, dimensioni e peso sono davvero contenuti, con una lunghezza di soli 18 cm e un peso di 180 grammi.

La coppia di Loco5AC
La coppia di Loco5AC
Vista posteriore

Riguardo alle specifiche di antenna abbiamo una unità a doppia polarizzazione, con valori di azimuth ed elevazione pari a 45° in entrambe le polarità, mentre il protocollo utilizzato per il collegamento tra le antenne è airMAX con specifiche Time Division Multiple Access sviluppate da Ubiquiti (modulazione 256 QAM al posto della 64 QAM standard), nella banda dei 5GHz per un throughput complessivo di oltre 450 Mbps su TCP/IP.

acloco

Installazione e sistema operativo

Queste antenne possono lavorare in due modalità: collegamenti diretti punto-punto (un vero e proprio ponte radio), oppure collegamenti multi-punto sfruttando l’ampiezza azimutale del lobo. Avendo a disposizione solo due unità abbiamo optato per la prima configurazione, realizzando un vero e proprio ponte radio che lavora in modalità bridge: non va quindi ad influire i alcun modo sul routing o sulla struttura della rete, posizionandosi in modo del tutto trasparente tra le due estremità del collegamento, a prescindere da dove si trovi rispetto alla topologia della rete.

La configurazione si effettua tramite la apposita app UNMS, disponibile per Android e iOS, collegandosi alla rete di management della singola antenna. Le due nità si configurano in modo speculare, al netto del ruolo: una delle due deve essere messa in modalità Access Point, mentre l’altra deve essere in modalità Client. Una volta configurata la antenna primaria (con relativo nome, SSID e password), dalla seconda è sufficiente effettuare una scansione delle reti visibili e collegarsi come si farebbe con un qualsiasi dispositivo WiFi.

Una volta fatti questi semplici passaggi, sempre tramite app, sarà possibile vedere se l’antenna client è stata agganciata, la velocità di trasferimento sul ponte, la distanza stimata e la presenza o meno di connessione a internet su entrambi i capi del collegamento. Sempre tramite app è possibile configurare un IP – sia esso statico o dinamico – con cui accedere alla interfaccia di management. Questo è necessario in quanto la rete wireless “di servizio” si spegne automaticamente dopo 12 minuti e, volendo, può essere spenta definitivamente.

AirOS menuAP dashClient dashAntenna align

Dall’interfaccia Web, grazie al sofisticato sistema operativo (parlare di firmware è riduttivo) airOS 8 è possibile monitorare tutti i parametri di funzionamento: distanza stimata, potenza, throughput istantaneo, analisi spettrale, frequenze utilizzate, dati trasmessi, ricevuti etc. In caso sia presente nella rete un controller UNMS è possibile agganciare le singole antenne ad una gestione centralizzata, in modo da non dover consultare le singole interfacce Web.

Qualche considerazione

Nel nostro scenario reale, abbiamo utilizzato una coppia di Loco5AC per portare una connessione in fibra a 50 Mbps da un edificio ad un altro, all’interno di un vasto complesso industriale. Con la preparazione di un corretto cablaggio e dei relativi punti di fissaggio, è stato possibile realizzare il tutto in modo rapido e con un impatto minimo in termini di business continuity. Le caratteristiche di irraggiamento dell’antenna permettono ampi margini di puntamento, e la potenza trasmessa è tale da rendere il link funzionante anche con le antenne non necessariamente posizionate in vista diretta. Naturalmente la situazione consigliata è quella del puntamento diretto, possibilmente da posizioni elevate, ma la presenza di qualche ostacolo lungo la tratta non deve scoraggiare a priori. A setup ultimato, il link si è rivelato stabile e senza alcuna perdita di velocità di navigazione da parte dei client, confermando la qualità e l’affidabilità dei dispositivi del produttore americano.

L'autore

Lorenzo Bedin

Laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, svolge l'attività di libero professionista come consulente IT, dopo un periodo di formazione e esperienza in azienda nel ruolo di sistemista Windows e Linux. Si occupa di soluzioni hardware, siti web e virtualizzazione.

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