Annunciato il 14 settembre con un post sul blog Technet, Project Honolulu è le piattaforma gratuita Web-based HTML5 per la gestione centralizzata di host e cluster, che permette di controllare, gestire ed eseguire il troubleshooting in ambienti Windows Server. Ad oggi è disponibile come “technical preview”.
L’amministrazione di ambienti Windows Server è tipicamente affidata a MMC (Microsoft Management Console) ed altri strumenti con interfaccia grafica, oltre a PowerShell – e il suo potente e completo sistema di scripting – che consente un alto grado di automazione.
Project Honolulu, che per certi aspetti può essere paragonato al Web Client del vCenter VMware, è una soluzione di gestione centralizzata di host e cluster per Windows Server, intesa non come sostitutiva di System Center e Operations Management Suite, bensì complementare.
Project Honolulu è la naturale evoluzione di Server Management Tools (SMT - l’analogo strumento che è stato dismesso qualche mese fa perché girava su Azure e pertanto richiedeva una connessione ad Internet) e ne rappresenta la versione locale, on-premises. Non è inteso come sostitutivo di MMC.
Allo scorso evento Ignite, Microsoft ha presentato il progetto con due sessioni dimostrative, mentre il blog Microsoft dedicato è raggiungibile a questo indirizzo.
Installazione e deployment
Project Honolulu gira su Windows 10 e Windows Server (2016 o 1709, entrambi in modalità Gateway); anche Windows Server 2012 e Windows Server 2012 R2 possono essere controllati (ma non si può installare il software su questi due sistemi operativi).
L’eseguibile è disponibile gratuitamente ed ha dimensioni contenute: 30MB. Gli host da controllare non necessitano di alcun agent.
L’installazione è quella tipica dei pacchetti .msi, dove va specificato se può modificare le impostazioni locali del computer, la porta a cui è disponibile il sito per la gestione e se adottare un certificato SSL già presente sulla macchina o generarne uno nuovo self-signed della durata di 60 giorni.
Al termine dell’installazione, il sito è raggiungibile tramite https://indirizzo-ip:porta; l’applicazione non funziona in Internet Explorer: Microsoft consiglia di usare Edge oppure Chrome.
Windows Server 2012 e 2012 R2 necessitano del Windows Management Framework 5, disponibile a questo indirizzo, https://www.microsoft.com/en-us/download/details.aspx?id=54616 e la cui presenza sul sistema operativo può essere verificata con il comando $PSVersionTable in PowerShell.
Honolulu si basa su un Gateway che va installato solo sulle nuove versioni di Windows desktop (10) o Windows Server (2016 o 1709, la nuova versione semi-annuale), ma può controllare anche sistemi Windows Server 2012 e 2012 R2; i server sono controllati tramite Remote PowerShell e WMI over WinRM tramite API di tipo RESTful.
L’accesso può avvenire in locale (Windows 10) oppure in rete tramite server gateway dedicato: è possibile accedere anche da reti esterne, previa configurazione del firewall (e accettazione dell’implicito rischio di questa configurazione). Il server gateway può far parte a sua volta del gruppo di host controllati.
Per aggiungere un host si seleziona il tasto +Add e si inserisce l’indirizzo IP o l’hostname. È possibile importare diversi host con la funzione Import Servers che legge un file di testo contenente la lista di server.
Per connettersi ad un Cluster, invece, questa procedura non è corretta, in quanto ci si collegherebbe solo al nodo master. Occorre quindi selezionare Server Manager > Failover Cluster Manager e anche in questo caso di può fare un’importazione da file di testo.
Gli host aggiunti appaiono in una pagina riassuntiva con varie informazioni, tra cui tipo (cluster o target host), stato (viene segnalata l’assenza di WMF5) e utente con il quale si stanno eseguendo le operazioni.
Abbiamo condotto i nostri test su una VM con Server 2016 Standard in configurazione singola e non cluster.
Cosa si può fare
Quando si aggiunge un server/cluster, Honolulu tenta la login tramite Single Sign-On: se ha successo, l’elemento aggiunto viene segnalato come Online.
Su Windows 10 non servono ulteriori configurazioni, ma su Windows Server è necessario creare una delega Kerberos, per la quale si rimanda alla documentazione dedicata.
In via sperimentale è presente anche l’autenticazione tramite Local Administrator Password Solution (LAPS).
Honolulu è basato su moduli separati, consultabili in Options > Extensions, qui è anche possibile aggiungere ulteriori estensioni, seppur al momento non ce ne siano di disponibili.
Ecco gli ambiti coperti, secondo la documentazione ufficiale:
- Visualizza risorse ed utilizzo risorse
- Gestione certificati
- Visualizzatore eventi
- File explorer
- Gestione firewall
- Configurazione utenti locali e gruppi
- Impostazioni network
- Vedi/Ferma processi e crea dump
- Gestione registro
- Gestione servizi Windows
- Gestione di roles e features
- Gestione VM Hyper-V VMs e virtual switch
- Gestione storage
- Gestione Windows Update
In ambito Hyper-Converged Infrastructure sono presenti queste funzioni:
- Dashboard cluster con avvisi di stato, metriche storage, consumo risorse computazionali/storage e inventario server, VM, dischi e volumi
- Grafico prestazioni
- Panoramica dischi e inventario con singolo pannello vista proprietà disco e comando “identifica disco” e disabilita disco
- Panoramica server e inventario con singolo pannello vista proprietà server e comando “maintenance mode”.
- Panoramica VM e inventario con singolo pannello vista proprietà singola VM e comandi per creare VM, accendi/spegni/reset/pausa/snapshot/cancella VM, live migration, modifica impostazioni, crea e gestisci checkpoint, connetti tramite RDP, proteggi con Azure Site Recovery.
- Panoramica virtual switch e inventario con singolo pannello e comandi creazione e modifica impostazioni per virtual switch esistenti.
- Panoramica volumi e inventario con singolo pannello vista proprietà volume con comandi per creare, ridimensionare, eliminare e mettere offline un volume esistente.
Project Honolulu può, naturalmente, gestire anche server Hyper-V.
Cosa manca
Alcune funzioni non sono presenti in Honolulu: una lista completa degli elementi RSAT mancanti è presente a questo indirizzo. Sono presenti anche alcuni errori noti, elencati nella documentazione ufficiale.
Infine una nota riguarda la GUI: a basse risoluzioni la dashboard appare troppo densa di informazioni e sicuramente migliorabile, e non è nemmeno possibile aggiustare la dimensione di pannelli, colonne e in genere degli elementi grafici.
Concludendo, le prime impressioni su Honolulu sono positive: GUI pulita ed intuitiva, efficace, funzionale, insomma, un prodotto con tutte le carte in regola per essere un successo. Ma l’assenza di alcune funzioni, soprattutto riguardo Hyper-V, rendono il prodotto ancora acerbo che, visto anche lo status di beta, non può essere usato in produzione: aspettiamo le prossime release per saggiare la bontà di Honolulu. Il rilascio pubblico è previsto nel corso del 2018.