Realizzare un laboratorio di virtualizzazione è una situazione comune sia per soluzioni domestiche – o comunque con un occhio al budget – sia nel caso in cui si vogliano testare nuovi software o verificare compatibilità e aggiornamenti troppo rischiosi per ambienti di produzione.
Abbiamo provato il Primergy TX 1310 M1: proposta di ingresso di Fujitsu nel segmento server in formato tower, disponibile presso i rivenditori online ad un prezzo di ingresso che varia tra i 400 e i 500 euro (IVA inclusa). Considerando il processore montato - un Intel Xeon Haswell col supporto alla tecnologia Intel VT for Directed IO, venduto da solo a circa 250 euro - si tratta di una offerta assolutamente allettante.
Hardware e dotazione
Il modello in prova era dotato di un processore Intel Xeon E3-1226v3 (quad core funzionante a 3.3 GHz e con 8 MB di cache ma senza Hyper Threading), accoppiato a 4GB di RAM DDR3 1600 MHz (di tipo ECC) e ed a un disco meccanico SATA III da 500 GByte. A livello di connettività, sul pannello posteriore troviamo la classica uscita video VGA, una porta seriale, 4 porte USB 2.0 e due porte di rete Gigabit. Sono presenti anche quattro porte USB 3.0 distribuite tra pannello frontale e posteriore e un masterizzatore DVD SATA.
Il case è molto compatto, l’ingombro è pari a quello di un normale desktop e il livello di rumore a macchina accesa è equivalente a quello di PC tradizionale (si trovano portatili di qualche anno fa decisamente più rumorosi). Internamente il server è molto ordinato: sono presenti quattro alloggiamenti per hard disk da 3.5’’ con relative slitte a sgancio rapido e cinque cavi Sata già predisposti (le porte sulla scheda madre sono in tutto sei) con relativi connettori di alimentazione. Nota dolente è la mancanza di spazio tra il punto di inserimento dei connettori Sata sui dischi e la parete laterale del case, questo rende obbligatorio l’utilizzo di connettori angolari a 90°. Nel caso in cui si utilizzi un controller SAS dedicato con relativo cavo SAS-SATA e connettori classici, la mancanza di spazio si può tradurre in un problema, soprattutto se si usano dischi 3,5".
È presente inoltre una porta USB 3.0 interna, utile per inserire eventuali chiavette USB di avvio.
Naturalmente la dotazione di partenza è molto limitata per un utilizzo come host di virtualizzazione: il processore Xeon permette di configurare le periferiche in pass-through, per realizzare ad esempio un sistema all-in-one con Nas integrato, ma il controller integrato (di fatto un fake Raid) non è supportato da vSphere.
Abbiamo dunque potenziato il server con un controller RAID supportato e un upgrade Ram (4 banchi da 8 GByte di Crucial – per un totale di 32 GB, quantità massima supportata). A livello di storage abbiamo invece aggiunto 2 SSD Samsung 850 Evo nel taglio da 500 GB, un buon prodotto non adatto a un uso server ma tutto sommato soddisfacente per l'uso come laboratorio.
Il server è dotato di due slot PCI-express 3.0 e due PCI-express 2.0, ottimi per potenziarne la dotazione base.
ESXi e Compatibilità
Il Primergy 1310 è certificato per l’utilizzo con i principali sistemi operativi server e con Hyper-V Server fino a 2012 R2, tuttavia nella lista di compatibilità di Fujitsu non è presente ESXi (nel nostro caso abbiamo utilizzato la release 6.0 Update 1). La mancanza di certificazione VMware è una costante nel panorama delle soluzioni di laboratorio o comunque entry-level: i due componenti che normalmente richiedono una analisi dedicata sono le schede di rete e il controller dei dischi.
Su questo Fujitsu abbiamo però rilevato che le due NIC Gigabit (Intel p217 e Intel p210) presenti vengono correttamente rilevate dall’hypervisor, l'unico problema è il già citato controller dei dischi. Anche le porte USB 3.0 possono essere utilizzate senza problemi, siamo riusciti infatti ad assegnarle a una macchina virtuale Windows utilzzando un controller USB virtuale in modalità xHCI.
Controller disco e SSD: problemi e soluzioni
Il controller onboard è un Intel Wellsburg in grado di funzionare in modalità RAID e configurabile grazie al firmware LSI MegaRAID accessibile durante le fasi di avvio. Abbiamo quindi configurato i due SSD in modalità RAID 1 ma – come era facile aspettarsi – provando ad aggiungere un datastore di tipo LUN a ESXi, i due SSD risultavano visibili singolarmente e non come singolo volume RAID, a conferma della incompatibilità tra la gestione software del RAID ed ESXi.
Dovendo scegliere un controller abbiamo fatto una prima prova usando un Dell PERC H200 (versione brandizzata dell’LSI 9211-8i) che era disponibile in laboratorio. Si tratta di un controller sprovvisto di memoria cache integrata e di eventuali batterie: LSI nel progettare questi controller privilegia comunque la conservazione del dato, dunque per maggior precauzione richiede ai dischi collegati di non utilizzare anche qualsiasi cache interna eventualmente disponibile, con un evidente peggioramento delle prestazioni in scrittura. In un test veloce con Windows come sistema operativo installato sulla macchina fisica solo attivando la cache dei dischi siamo infatti passati da 85 Mbyte/s (scrittura sequenziale) a ben 465 Mbyte/s. Le cose purtroppo andavano molto peggio una volta installato ESXi: le prestazioni misurate all'interno di una VM - unica in esecuzione - erano intorno ai 10 Mbyte/s sia in lettura sia in scrittura. vSphere infatti non prevede neppure che si possano utilizzare dischi locali senza un controller supportato e dotato di memoria cache e batteria.
Per migliorare dunque questi risultati abbiamo recuperato una IBM Serveraid M5015 con 512 MB di cache e batteria integrata (equivalente a una LSI 9260-8i, facilmente reperibile usata su ebay a circa 150 euro). Con questo controller le prestazioni in macchina virtuale si sono rivelate finalmente all'altezza delle aspettative, registrando velocità in lettura e scrittura sequenziali corrette per le SSD Samsung utilizzate. In lettura in particolare segnaliamo il miglioramento dovuto alla configurazione Mirror: il controller infatti legge contemporaneamente da entrambe le SSD, raggiungendo picchi che superano il Gbyte/s.
Un buon laboratorio, a patto di spendere qualche soldino in più
Il TX1310 M1 è una buona base di partenza per realizzare un laboratorio virtuale: la compattezza e la silenziosità del case lo rendono adatto anche a situazioni dove non si abbia a disposizione un locale dedicato. L’hardware di base si integra bene con ESXi e le possibilità di espansione sono buone: il prezzo di acquisto molto aggressivo lascia margine per eventuali upgrade contendo il prezzo complessivo. E' però fondamentale dotarlo di un controller adatto se si pensa di sfruttare lo storage locale.
Purtroppo in questo modello non è presente la console di gestione Fujitsu iRMC (equivalente alla iDRAC di Dell e alla iLO di HP) per la gestione fuori banda del server, mancanza perdonabile vista la fascia in cui si posiziona la macchina e il prezzo di acquisto.
Caratteristiche tecniche | Fujitsu Primergy TX 1310 M1 |
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Processore | Intel Xeon E3-1226v3 (quad-core, no HyperThreading) |
Ram installata/Massima | 4GB su un modulo/32GB |
Tipo di Ram installabile | DDR3 Unbuffered ECC |
Numero slot Ram | 4 |
Dischi in dotazione | 1 x 500 GB |
Slot dischi 3.5 pollici interni | 4 + 1 |
Slot dischi 3,5 pollici ad accesso frontale 6 Gbit/s Sata | 0 |
Slot dischi 3,5 pollici ad accesso frontale 3 Gbit/s Sata | 0 |
Slot CD-Rom 8,5 mm spessore | 1 |
Controller dischi | Intel Wellsburg |
Modalità RAID supportate | 0/1/10 |
Tipo dischi supportati | SATA |
Cache a bordo del controller | - |
Porte Sata extra | 1 |
Sistema di controllo fuori banda | - |
Processori disponibili su altri modelli | Intel Celeron, Core i3, Pentium, Xeon E3-1246v3 |
Sistemi operativi supportati ufficialmente | Windows 2008 R2, 2012, 2012 R2, Red Hat Enterprise Linux (5,6 e 7), SUSE Linux Enterprise Server (11 e 12), Microsoft Hyper-V Server 2012 e 2012 R2. |
Usb 3.0 frontali | 2 |
Usb 2.0 retro | 4 |
Usb 3.0 retro | 2 |
Usb 3.0 interna | 1 |
Porte Ethernet Gbit | 2 |
Porta Ethernet dedicata alla gestione | - |
Slot Micro SD | - |