La versione G8 del celebratissimo Microserver di HP ha un nuovo appeal grazie alla ILO e a due schede di rete Gbit già a bordo.
Il Microserver di HP è un prodotto estremamente interessante sia per i sistemisti sia per i Msp che cercano un dispositivo compatto, silenzioso, economico e flessibile da utilizzare nelle situazioni più disparate.
Può essere usato sia come Nas o server nei piccoli uffici in cui non c’è uno spazio dedicato al “datacenter” aziendale, sia come appliance su cui far girare firewall, centralini, server di posta o altre applicazioni specifiche che non richiedono risorse o potenze di calcolo particolarmente elevate.
La nuova release G8 sfrutta finalmente la più performante piattaforma Intel ed ha già a bordo una ILO dedicata per il controllo del dispositivo fuori banda, proprio come i suoi fratelli maggiori della linea Proliant. Tra le novità più apprezzabili c’è sicuramente la dimensione ancora più compatta (circa 4 centimetri in meno in altezza) e la maggiore facilità con cui è possibile accedere alla Ram e agli altri elementi interni. Nella precedente release dopo aver aperto la porta frontale per accedere alla scheda madre era necessario svitare due viti interne e poi staccare tutti i cavi che arrivavano ad essa, mentre la si sfilava verso la parte frontale. Ora non bisogna staccare i cavi né spostare la scheda: basta svitare due viti sul retro (per le quali non serve neanche il cacciavite) e alzare il coperchio. Si può così accedere facilmente sia ai due slot di Ram (solo DDR3 Unbuffered, obbligatoriamente ECC, massimo 16 Gbyte), sia allo slot Pci Express (2.0 x16, basso profilo), sia alla porta Usb 2.0 interna che ora è affiancata anche da uno slot MicroSD (rigorosamente non hot-plug). Notevole anche la connettività esterna, con 2 porte di rete Gbit, una porta ethernet dedicata per la ILO, 2 Usb 2.0 frontali e 2 sul retro affiancate da 2 porte Usb 3.0 che prendono il posto della precedente porta Esata per il collegamento veloce a storage esterno. Non poteva mancare poi una VGA per il collegamento a un monitor tramite la scheda grafica Matrox G200 integrata.
Generosa come sempre la dotazione di spazio per lo storage interno: dietro il pannello frontale (che non ha più la chiave ma può essere bloccato internamente) ci sono 4 slot da 3,5 pollici Sata per cui vengono forniti in dotazione i cassettini, completi di viti e chiave a brugola. I primi due slot sono Sata 6 Gbit/s (generazione 3), gli ultimi due sono solo Sata 3 Gbit/s (generazione 2). Il controller in dotazione è il Dynamic Smart Array B120i della stessa HP che non ha cache né batteria a bordo ma offre una interfaccia grafica (Orca) quasi identica a quella delle altre (ben più costose) schede della stessa linea. Di default il server viene fornito privo di alcun hard disk (il precedente modello usciva dalla fabbrica con un disco da 250Gbyte Sata): la sua capienza massima è pari a 16 Tbyte, nella configurazione 4x4Tbyte. Anche per un uso JBOD è però necessario configurare le unità logiche. Le uniche modalità RAID supportate sono 0/1/10. C’è ancora lo spazio per un lettore ottico opzionale, ma non nel formato esteso da 5,25 pollici: serve un lettore compatto nel formato usato all’interno dei portatili. La porta Sata per la sua connessione è disponibile sul lato sinistro della scheda madre.
Caratteristiche tecniche | HP Proliant Microserver G8 |
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Processore | Intel Celeron G1610T 2,3 GHz (2 core, no hyperthread) |
Ram installata/Massima | 2 Gbyte su un modulo/16 gbyte su due moduli |
Tipo di Ram installabile | DDR3 Unbuffered ECC max 8 Gbyte a modulo |
Numero slot Ram | 2 |
Dischi in dotazione | 0 |
Slot dischi 3,5 pollici ad accesso frontale 6 Gbit/s Sata | 2 |
Slot dischi 3,5 pollici ad accesso frontale 3 Gbit/s Sata | 2 |
Slot CD-Rom 8,5 mm spessore | 1 |
Controller dischi | HP Dynamic Smart Array B210i |
Modalità RAID supportate | 0/1/10 |
Capienza massima dischi | 4 dischi da 4Tbyte |
Cache a bordo del controller | - |
Porte Sata extra | 1 |
Sistema di controllo fuori banda | HP ILO ver. 4 con 16 Mbyte Flash e 256 Mbyte Ram DDR3 |
Processori disponibili su altri modelli | Pentium G2020T e Xeon E3-1220L v2 |
Sistemi operativi supportati ufficialmente | Windows 2008, 2008 R2, 2012, 2012 R2, Red Hat Enterprise Linux (6 e 7), SUSE Linux Enterprise Server (11 e 12), Vmware ESXi (dalla 5.1 alla 6.0) |
Usb 2.0 frontali | 2 |
Usb 2.0 retro | 2 |
Usb 3.0 retro | 2 |
Usb 2.0 interna | 1 |
Porte Ethernet Gbit | 2 |
Porta Ethernet dedicata alla ILO | 1 |
Slot Micro SD | 1 interno |
La ILO (Integrated Lights Out, l’equivalente della iDrac di Dell o delle schede IPMI di molti altri produttori hardware) è quella versione 4 presente anche nei server HP di fascia più alta, senza particolari limitazioni dovute alla dimensione ridotta del Microserver. Ovviamente per sfruttarne tutte le funzioni, come il controllo remoto dello schermo anche dopo l’avvio del sistema operativo bisogna acquistare una licenza Advanced. La ILO ha comunque a bordo 16 Mbyte di Flash e 256 Mbyte di DDR3. L’alimentatore è ovviamente non ridondato (così come le ventole) e mette a disposizione una potenza massima di 200 Watt nella versione dedicata per il mercato europeo
A livello di processore il modello più diffuso sarà sicuramente quello dotato del Celeron G1610T (2,3 GHz, 2 core, nessun hyperthread, 2 Mbyte di cache, 35 Watt di consumo, Intel VT, punteggio 2312 su Passmark): per la maggior parte degli utilizzi di questo server offre una potenza sufficiente, soprattutto se confrontato con i processori di molte piattaforme integrate vendute ad uso Nas. In alternativa HP ha messo a disposizione anche due processori più performanti, il Pentium G2020T (2,5 GHz, 2 core, nessun hyperthread, 3 Mbyte di Cache, 35 Watt, Intel VT, 2565 su Passmark) e lo Xeon E3-1220Lv2 (2,3 Ghz, 2 core con hyperthread, 3 Mbyte di cache, 17 Watt, Intel VT/VT-d, 3656 su Passmark).
Il piccolo di casa HP supporta ufficialmente Windows Server (dalla versione 2008 alla 2012 R2), Red Hat Enterprise Linux (6 e 7), SUSE Linux Enterprise Server (11 e 12) e persino VMware ESXi (dalla 5.1 alla 6.0).