Lorenzo Bedin
Laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, svolge l'attività di libero professionista come consulente IT, dopo un periodo di formazione e esperienza in azienda nel ruolo di sistemista Windows e Linux. Si occupa di soluzioni hardware, siti web e virtualizzazione.
Riccardo Gallazzi
Sistemista JR, tra i suoi campi di interesse maggiori si annoverano virtualizzazione con vSphere e Proxmox e gestione ambienti Linux. È certificato VMware VCA for Data Center Virtualization.
Nello scorso numero di dicembre 2015 abbiamo recensito in modo approfondito la versione 4.0 della piattaforma open source per la virtualizzazione sviluppata dalla società austriaca Proxmox Server Solutions. Analizziamo insieme le novità che Proxmox mette a disposizione per competere con i blasonati concorrenti Microsoft e VMware.
Proxmox VE vs. vSphere
Il confronto con l’hypervisor leader di mercato può sembrare impari, ma una analisi accurata delle funzionalità di Proxmox può farlo rivalutare come alternativa, in particolare nel caso di situazioni in cui il rapporto tra budget e prestazioni sia il principale parametro di scelta.
Proxmox VE (da qui in avanti semplicemente Proxmox) è basato sul sistema operativo Debian e porta con sé vantaggi e svantaggi di questa nota distribuzione Linux: un sistema operativo stabile, sicuro, diffuso e ben collaudato, con un’ampia scelta di pacchetti software – sebbene a volte non aggiornati all’ultima release ma in grado di garantire una perfetta stabilità – e il “Contratto Sociale” che assicura i vantaggi del Software Libero (https://www.debian.org/social_contract). Tra i vantaggi bisogna sicuramente citare anche la presenza di una community ben radicata e attiva nella gestione del codice e della documentazione, che risulta sempre essere ricca e dettagliata. In quanto progetto open-source, il repository del codice sorgente è a disposizione di chiunque voglia implementare nuove funzioni, o adattare quelle esistenti in base alle proprie esigenze. Inoltre la licenza GPL consente l’uso anche commerciale in modo del tutto gratuito.
Quando si parla di virtualizzazione in ambito server viene immediato pensare a VMware vSphere e magari, in seconda battuta, a Hyper-V di Microsoft o a Citrix XenServer, piuttosto che a Red Hat Virtualization (KVM). Proxmox Virtual Environment (VE) è una alternativa senza dubbio meno blasonata e conosciuta, ma comunque valida e originale.
UPDATE: in datata 12 Dicembre, dopo la fine delle nostre prove, è stata rilasciata la versione 4.1. Basata sull'ultima release Debian Jessie con Kernel 4.2.6, LXC e QEMU 2.4.1. Sono stati risolti alcuni bug e migliorata l'integrazione con ZFS, oltre che svariate funzioni legate ai container su LXC.
Proxmox è un progetto open source basato su KVM e – dalla nuova versione 4.0 – anche su LXC (Linux Containers): è gratuito ma la società che lo sviluppa mette a disposizione il supporto commerciale a pagamento. Si tratta di un hypervisor basato su Debian, che usa una versione modificata del kernel Red Hat Enterprise Linux (RHEL) ed è fornito come immagine ISO installabile in modalità bare-metal direttamente sugli host fisici. La sua interfaccia di gestione è esclusivamente Web e non richiede un server o una VM dedicata per il management. Come la maggior parte dei progetti Linux based, può succedere che si renda necessario l’utilizzo della linea di comando per svolgere alcune operazioni avanzate. La documentazione disponibile è discreta, non mancano guide dettagliate per tutte le operazioni principali consultabili sulla Wiki dedicata, ma siamo comunque molto lontani dai livelli di progetti come vSphere o Hyper-V.
Read more HA, cluster e Container a costo zero con Proxmox VE 4.0