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Alessandro Perilli attualmente è il General Manager, Cloud Management Strategy per Red Hat ma deve molta della sua fama sia alla sua precedente posizione in Gartner, sia al suo sito virtualization.info in cui per anni ha descritto l’evoluzione del mercato negli anni in cui la virtualizzazione veniva ancora vista come il futuro dell’IT.Nell’intervistarlo al VMworld dunque abbiamo colto al balzo l’occasione per parlare con lui di VMware e dei suoi annunci più recenti.

Come vedi gli annunci che VMware ha fatto al VMworld negli Stati Uniti e qui in Europa?
Ho alcune perplessità su come VMware sta affrontando l’evoluzione del mercato IT, in particolare sono rimasto davvero sorpreso da alcuni dei concetti che hanno contraddistinto l’edizione 2015 del VMworld. Lo slogan “any app, any device, one cloud” mi pare abbia una nota molto stonata nella sua conclusione: parlare nel 2015 di un solo cloud è davvero strano. Soprattutto se questo cloud è quello di VMware.

Sono appena stato all’AWS Reinvent di Las Vegas e avendo sentito le sessioni e i keynote e conoscendo i numeri è pressoché impossibile immaginare un cloud in cui Amazon non sia uno dei player fondamentali, mentre chiaramente VMware pur avendo le tecnologie per implementare soluzioni cloud è un player assolutamente nuovo nella fornitura di servizi cloud. Anche a livello tecnologico poi le mancano alcuni elementi fondamentali, come un sistema di gestione delle licenze, di valutazione dei costi e una ibridizzazione a livello applicativo. Oggi chi lavora nel cloud vuole una piattaforma unica di gestione con cui usare diversi cloud, ma questo va ben oltre le nuove funzionalità di spostamento delle Vm da un cloud a un altro che VMware ha annunciato qui.
Anche in termini di Security mi sembra che l’azienda sia rimasta abbastanza indietro. NSX per esempio non ha fatto passi in avanti così significativi su questo fronte.

In effetti nella round table su NSX, in cui hanno parlato gli Industry White Knights della sicurezza, Ted Ranft di VMware (VP SDDC, Networking & Security, EMEA) ha ammesso candidamente che quel prodotto è stato sviluppato da VMware solo per migliorare la flessibilità del networking e solo dal feedback che hanno ricevuto dai clienti VMware lo ha poi pensato anche in termini di sicurezza.
VMware ha un po’ perso il treno in questo settore, ci sono ovviamente molte soluzioni di terze parti ma ad esempio le VMsafe API già dalla versione 5.5 di vSphere sono state abbandonate. A VMware davvero manca completamente una parte del middleware che dovrebbe far parte del contorno di vSphere e della loro architettura.

Abbiamo parlato di VMware, ora mettendo in testa il “cappello rosso” cosa puoi dirci invece di Red Hat e della sua posizione.
Red Hat con Cloudforms sta facendo un lavoro molto lungo e complesso e sta cambiando profondamente la sua vision. Ad esempio la nostra piattaforma tratta in modo analogo VM e Container con un solo pannello di gestione ed è ovviamente basata nativamente su quella che è la piattaforma Linux più diffusa e ingegnerizzata, Red Hat Enterprise Linux.

Red Hat si sta ponendo come un broker verso il cloud, la nostra piattaforma offre tutti gli strumenti necessari a gestire i diversi componenti del cloud e permette di usare hypervisor diversi, tra cui naturalmente quello di VMware.
L’hypervisor è ormai chiaramente una commodity, a mio parere il futuro in questo settore sarà di chi riesce a fornire al cliente finale una piattaforma di gestione unificata per il cloud, con tutte le feature più avanzate. La gestione dell’infrastruttura è solo una di queste componenti.


Il cammino per Red Hat non è comunque ancora finito direi, ci sono molti aspetti ancora da definire, anche rispetto al ruolo che avete nel mercato IT e a cosa e come volete porvi rispetto alle sue nuove sfide. Dobbiamo aspettarci qualche importante novità?
Nei prossimi mesi ci saranno molte novità per Red Hat, quando potrò dirti di più ci aggiorneremo.


UPDATE: due giorni dopo il nostro incontro con Perilli, Red Hat ha annunciato l'acquisizione di Ansible, un tool di automazione IT.

L'autore

Filippo Moriggia

Dopo 10 anni di esperienza nel settore del giornalismo tecnico collaborando con  PC Professionale, Panorama e altre testate del gruppo Mondadori, Filippo Moriggia ha fondato Guru Advisor, il sito italiano di riferimento per professionisti del settore IT, system integrator e managed service provider.
È laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni e svolge attività di libero professionista come consulente presso aziende e studi professionali. Si occupa in particolare di software, virtualizzazione, reti e sicurezza. È certificato VMware VCA for Data Center Virtualization.