Un disco Ssd adatto ai sistemi Pc di fascia alta e alle workstation, con un occhio attento anche all’ambito server e datacenter.
Negli ultimi anni la grandissima evoluzione tecnica ha portato il mercato degli Ssd a un periodo di stallo dal punto di vista prestazionale, mentre i prezzi per Gbyte delle unità continuano a calare vistosamente.
Se i picchi velocistici ottenuti in ambiente desktop sono ormai consolidati, resta però aperta la porta a grandi miglioramenti in ambiente server o datacenter nei quali, oltre alle pure prestazioni velocistiche relative al trasferimento dati, rivestono un’importanza cruciale altri parametri come il numero di IOps sopportabili dal dispositivo e la sua consistenza nelle prestazioni. Dischi Sata 3 o Sas 6 Gbps offrono mediamente velocità sequenziali di lettura e scrittura sequenziali prossime a 550 Mbyte/s, ma offrono risultati di molto variabili in termini di parallelismo delle operazioni e di durata temporale delle stesse. Dischi che offrono enormi velocità nel trasferimento sequenziale possono essere utili su dekstop o all’interno di sistemi che fanno della lettura e scrittura di file di grandissime dimensioni il loro utilizzo principe, ma in altri contesti potrebbe essere preferibile altro.
In workstation o server è infatti più raro avere a che fare con trasferimenti univoci di un singolo file di grandi dimensioni. E’ molto più frequente avere a che fare con numerose richieste sparse di file più piccoli, posizionati in punti diversi del disco da programmi o istanze differenti. Un perfetto Ssd per questi ambienti deve avere una grande capacità di soddisfare queste richieste di Input/Output e un controller in grado di gestire contemporaneamente lettura e scrittura in punti diversi del dispositivo.
Altro fattore chiave è la durata della prestazione nel tempo. La maggior parte degli Ssd utilizza un meccanismo di provisioning in grado di pilotare le richieste di scrittura in modo da ottenere le maggiori prestazioni possibili. Quando queste operazioni durano nel tempo molti controller si trovano però in difficoltà a gestire contemporaneamente la mole di dati da scrivere e la riorganizzazione interna delle risorse. Per questo molti produttori hanno sviluppato controller e algoritmi dedicati a prodotti destinati all’ambiente server o workstation, in cui la velocità massima può anche essere sacrificata in nome della consistenza dei dati e del mantenimento delle prestazioni. Samsung, Intel, Micron e Crucial, che hanno a listino prodotti di alto livello che cercano di colmare anche questo segmento di mercato, si trovano ora a dover fronteggiare un altro agguerrito attore dalle enormi potenzialità: Corsair.
Forte della decennale esperienza nelle tecnologie di archiviazione Ram e presente sul mercato Ssd fin dalla sua comparsa, Corsair ha evitato le scorciatoie intraprese da altri produttori che hanno utilizzato controller e celle di memoria prodotti da terzi semplicemente assemblando prodotti (anche di buon livello), puntando su uno studio approfondito per offrire prodotti che non fossero spazzati via dai grandi colossi che detengono in casa la capacità produttiva di controller e celle di memoria (i tre/quattro elencati sopra).La linea di Ssd Corsair si compone di un buon numero di prodotti, ma in questa analisi ci concentreremo sul top di gamma Neutron XT, un disco dalle ottime doti sia in ambito desktop sia, soprattutto, utilizzabile su server o workstation con risultati prestazionali davvero eccellenti.
Il disco – Corsair Neutron XT
Come accennato in precedenza Corsair ha evitato di entrare nel giro di case produttrici che, nella pratica, si limitavano ad assemblare Ssd con controller e chip di terze parti (praticamente spazzate via dal mercato attuale). Intendiamoci, anche Corsair ha prodotto dischi con controller SandForce e simili, ma mantenendo una strategia ben precisa che ha portato all’acquisizione di Link A Media un paio di anni fa e allo sviluppo in casa di un nuovo fiammante controller ospitato all’interno dei dischi Neutron XT.
Il nuovo controller prende il nome di Phison PS3110-S10 e include alcune caratteristiche uniche nel suo genere. Rispetto alla generazione precedente il salto è evidente da subito: il controller è ora dotato di quattro core separati, tre dei quali si occupano della gestione interna delle memorie (lettura, scrittura, garbage collection e wear-leveling), mentre il restante si occupa di tutti i contatti con l’esterno e l’assegnazione dei compiti.
Il controller supporta tutte le memorie flash in commercio, comprese Mlc e Tcl e permette un indirizzamento fino a un totale di 2 Tbyte.
Corsair per il momento offre il Neutron XT in tre tagli utilizzando celle Toshiba Mlc a 19 nm: 240, 480 e 960 Gbyte. Si tratta di dischi costituiti da celle di memoria da 64 Gbit per die per i due dischi di taglio inferiore e da 128 Gbit per die per il modello da 960 Gbyte. Sono ovviamente dischi da 256, 512 e 1024 Gbyte, con la parte mancante riservata dal sistema per la propria gestione interna avanzata e il wear-leveling.Corsair Neutron XT Capacità 240GB 480GB 960GB Controller Phison PS3110-S10 Celle Nand Toshiba A19nm MLC Densità celle Nand 64 Gbit per Die 128 Gbit per Die Lettura sequenziale Fino a 560MB/s Scrittura sequenziale Fino a 540MB/s Lettura casuale 4 Kbyte Fino a 100.000 Iops
Il controller include uno schema di parità avanzato che Phison chiama Page RAID ECC Parity, dedicato a proteggere i dischi da errori irreversibili sulle singole celle Nand. Questo schema di parità sfrutta parte della porzione disco riservata per il calcolo della parità dati in modo da poter recuperare quanto perso in caso anche di errore hardware di lieve o media gravità.
Sistema di test
Per un test completo in ambito workstation / server abbiamo deciso di utilizzare una macchina dedicata allo scopo. In particolare la nostra scelta si è rivolta a un server HP DL180, con due processori Intel Xeon quad core L5520 coadiuvati da 24 Gbyte di memoria Ram.
Il controller utilizzato è stato un LSI 9211-8i con supporto Sata 3 in grado di gestire anche dischi allo stato solido.Macchina usata per i test Server Hewlett Packard DL180 Cpu 2 x Xeon L5520 (8 Core @ 2,3 GHz) Memoria 24 Gbyte Controller Raid LSI 9211-8i Driver utilizzati MegaRaid 13.04.03.01 Sistema operativo Windows Server 2012 Datacenter Edition
Per le nostre prove abbiamo utilizzato un disco Neutron XT da 240 Gbyte, fornitoci gentilmente da Corsair.
Prestazioni massime e sequenziali
La misura delle massime prestazioni è stata eseguita tramite ATTO, un semplice software in grado di eseguire letture e scritture di file di dimensioni predefinite su una partizione disco ben definita.
Il disco Neutron XT, formattato in Ntfs, è stato analizzato con una coda comandi lunga 10, il massimo impostabile in questo test.
I risultati sono eccellenti, con oltre 550 Mbyte/s in lettura e 532 Mbyte/s in scrittura sequenziale, in linea con il massimo ottenibile tramite l’interfaccia Sata 3.Dal punto di vista puramente sequenziale abbiamo valutato la variazione di velocità con una coda comandi parallela da 1 a 256 con risultati interessanti.
Anche con una coda comandi ridotta (e quindi un sono canale di comunicazione) il disco offre oltre 400 Mbyte/s e oltre i 500 già con una coda a 4 elementi. L’andamento è poi livellato a un ottimo valore compreso tra 500 e 520 Mbyte/s su tutto lo spettro analizzato.
Lettura e scrittura casuali
In ambito prettamente casuale le prestazioni ottenibili sono limitate maggiormente dal controller utilizzato. In ambito server si privilegiano infatti la durabilità e la coerenza die dati, motivo per cui non è stato possibile raggiungere le 90.000 Iops indicate da Corsair.
In ogni caso è interessante notare come si raggiungano le velocità massime di oltre 240 Mbyte/s in scrittura e 280 Mbyte/s in lettura già con una coda a 8 comandi, mantenendosi lineare all’aumentare di quest’ultima.
Dal punto di vista delle Iops il risultato è il medesimo, con valori molto elevati in ogni condizione.