- Dettagli
-
Pubblicato: Lunedì, 18 Gennaio 2016 18:07
-
Scritto da Roberto Beneduci
Con questo articolo passiamo in rassegna alcuni comandi basilari di Windows utili a fare diagnosi e troubleshooting di rete. Questi pochi comandi, opportunamente usati permettono di giungere velocemente a conclusioni utili a risolvere la maggior parte delle problematiche di rete che si possono riscontrare.
Molto spesso presi dallo sconforto perchè un servizio o applicazione non risponde, non si rimane sufficientemente lucidi da procedere a seguire i dovuti step nel troubleshooting di rete.
Vediamo come muoversi razionalmente.
Leggi tutto...
- Dettagli
-
Pubblicato: Lunedì, 14 Dicembre 2015 18:09
-
Scritto da Giuseppe Paternò
OpenStack è stato creato da zero per scalare a migliaia di nodi e svilupparsi su diversi datacenter e zone geografiche. Per questo motivo OpenStack può venir suddiviso in 3 zone gerarchiche: Regioni, Zone di Disponibilità e Host Aggregati.
Regioni
Ogni regione ha il suo deployment di OpenStack, endpoint API, network e risorse computazionali incluse. Regioni diverse condividono un set di servizi Keystone e Horizon per garantire un'interfaccia Web e il controllo dell'accesso.
Leggi tutto...
- Dettagli
-
Pubblicato: Lunedì, 14 Dicembre 2015 18:08
-
Scritto da Giuseppe Paternò
Swift – Object Storage
Object store permette di archiviare e recuperare i files; fornisce una piattaforma di storage pienamente distribuita, accessibile via AIP che può essere integrata direttamente nelle applicazioni o venir usata per i backup, l’archiviazione e la conservazione dei dati.
Nota: Object Storage non è un file system tradizionale, ma piuttosto un sistema di storage distribuito per dati statici come le immagini delle macchine virtuali, le foto, le email, i backup e gli archivi.
- Il server proxy (swift-proxy-server) accetta le richieste in entrata, come file da caricare, modifiche dei metadata o creazione di container; inoltre distribuisce i file e fornisce una lista dei container;
- Accounts server gestisce gli account definiti nel servizio di storage ad oggetti;
- Container server gestisce la mappatura dei container e delle cartelle all’interno del servizio;
- Object server gestisce gli oggetti e i file sui nodi di storage.
Leggi tutto...
- Dettagli
-
Pubblicato: Lunedì, 14 Dicembre 2015 18:06
-
Scritto da Giuseppe Paternò
Neutron – Network
Neutron fornisce “network connectivity as a service” tra le interfacce, come i vNIC (virtual Network Integrated Card, le schede di rete virtuali) gestite da altri servii di OpenStack, come Nova. Il servizio funziona permettendo agli utenti di creare le loro reti e poi assegnare delle interfacce ad esse; Neutron ha un’architettura ad innesto che supporta le soluzioni e le tecnologie di vari vendors.
- neutro-server accetta le richieste API e le instrada al plugin di neutron corretto;
- plugin e Agenti compiono le azioni vere e proprie, come connettere/disconnettere le porte, creare le reti, le sottoreti e assegnare gli indirizzi IP;
- message queue per instradare le informazioni fra neutron-server e i vari Agenti;
- neutron database per raccogliere le informazioni sullo stato di networking per determinati plugin.
Leggi tutto...
- Dettagli
-
Pubblicato: Lunedì, 14 Dicembre 2015 18:05
-
Scritto da Giuseppe Paternò
Nova – Compute
Probabilmente Nova è il più famoso fra i progetti di OpenStack, il più complicato e il più distribuito. Fornisce server virtuali su richiesta. Un grande numero di processo coopera per trasformare le richieste API degli utenti finali in macchine virtuali funzionanti.
Questi sono i componenti principali di Nova con le relative funzioni:
- nova-api : una API REST-ful che accetta comandi in ingresso e interagisce con il Cloud di OpenStack;
- nova-compute: un daemon che crea e distrugge le istanze di macchine virtuali tramite le API dell’Hypervisor:
- nova-scheduler: prende una richiesta dalla coda e determina su quale host deve venir eseguita;
- nova-conductor: fornisce i servizi per nova-compute, come finire gli update del database e gestire le task avviate;
- nova database: raccoglie la maggior parte delle informazioni relativea build-time e run-time;
- La coda inoltre funziona da hub centrale per scambiare messaggi fra daemon. Normalmente ciò viene implementato con RabbitMQ.;
- Nova inoltre fornisce dei servizi di console per permettere all’utente finale di accedere alla console delle sue istanze virtuali tramite proxy. Vari daemon vengono impiegati (nova-console, nova-novncproxy e nova-consoleauth);
- nova-network : un daemon molto simile a nova-compute. Raccoglie le task di networking dalla coda e le esegue per gestire il networking (ad esempio impostare le interfacce o cambiare le regole di iptables). Questa funzione verrà trasferita su Neutron, un componente separato;
- nova-volume : gestisce la creazione, la connessione e la disconnessione dei volumi persistenti alle macchine virtuali. Questa funzione verrà trasferita su Cinder.
Leggi tutto...
- Dettagli
-
Pubblicato: Lunedì, 14 Dicembre 2015 17:58
-
Scritto da Lorenzo Bedin
Ecco SecurePass, un servizio cloud-based per l'autenticazione multipiattaforma tramite One Time Password.
La gestione di username e password in azienda è un argomento molto delicato, e diventa più importante e complesso all’aumentare di dipendenti e servizi da gestire. La società svizzera GARL, specializzata in sistemi di sicurezza per l’informatica, offre SecurePass come servizio centralizzato per la gestione delle identità. L’offerta di GARL prevede quattro differenti tipologie di abbonamento, che differiscono per le funzionalità incluse e, naturalmente, per il prezzo. L’offerta di ingresso (Personal) è gratuita, ma prevede al massimo due utenze e la sola autenticazione via SSO, all’aumentare del prezzo troviamo rispettivamente Business, Enterprise+ e Service Provider: il dettaglio sul numero di utenti inclusi e modalità di autenticazione supportate sono disponibili a questo indirizzo. Da sottolineare che, esclusa l’offerta Service Provider che prevede una valutazione dedicata, i prezzi sono molto contenuti (3 o 7 euro/mese a utente).
Leggi tutto...
- Dettagli
-
Pubblicato: Lunedì, 14 Dicembre 2015 17:38
-
Scritto da Lino Telera
L’evoluzione verso le soluzioni cloud costituisce una delle più grandi rivoluzioni in ambito IT e sta cambiando completamente il modo di progettare e valutare le infrastrutture in ambito aziendale.
Non è certo una novità che le architetture Infrastructure as a Service (Iaas) per un amministratore di sistema permettano di sfruttare il modello a servizio per consolidare i server, aumentare la disponibilità delle applicazioni aziendali e in molti casi anche diminuire i costi.
Nel passaggio dalla virtualizzazione al cloud, VMware è stata senza dubbio uno dei player di riferimento, grazie anche al vantaggio accumulato in anni in cui era davvero l’unica azienda che investiva nello sviluppo di prodotti virtuali. Oggi – qualsiasi sia il vendor del mio hypervisor – di fatto la macchina virtuale costituisce l’unità minima computazionale di un sistema informatico.
Qualcosa però sta cambiando profondamente nelle architetture Iaas, parliamo di due importanti innovazioni: lo sviluppo di applicazioni costruite nativamente per una architettura cloud e i container che semplificano radicalmente l’implementazione e lo sviluppo di applicazioni più tradizionali. VMware naturalmente si sta muovendo il più rapidamente possibile per mantenere il suo vantaggio anche in questo settore. Vediamo come analizzando le soluzioni presentate nell’ultimo VMworld (Europe e Usa).
Anatomia di una applicazione cloud-native
Secondo Kit Colbert - VP & CTO di VMware, e Team Leader del progetto Cloud Native Application - con il termine cloud-native si intendono applicazioni di ultima generazione costruite su infrastrutture dinamiche ed elastiche. Il software defined datacenter, unito ad elementi infrastrutturali nei pacchetti vSphere e NSX costituisce l'ambiente ideale dove far girare applicazioni tradizionali e cloud-native.
Leggi tutto...
- Dettagli
-
Pubblicato: Giovedì, 10 Dicembre 2015 12:30
-
Scritto da Filippo Moriggia
Nel corso dello scorso VMworld Europe abbiamo incontrato e intervistato Robbie Wright, Senior Manager Product Marketing di Commvault, che era presente insieme a tutto il team dei responsabili dello sviluppo dei prodotti della società statunitense. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui.
Come definireste la vostra linea di prodotti? Non è forse riduttivo parlare di soluzioni per il backup?
Certo, molti ci identificano con il termine backup, ma la soluzione di Commvault è così ampia ed evoluta che forse potremmo definirla meglio usando tre termini: data protection, management e compliance. In particolare noi pensiamo che il concetto stesso di backup sia superato, al VMworld parliamo di Workload Portability, la possibilità di spostare il carico di lavoro tra differenti servizi cloud. Tutta l’infrastruttura per noi diventa unica.
Leggi tutto...
- Dettagli
-
Pubblicato: Lunedì, 09 Novembre 2015 17:39
-
Scritto da Giuseppe Paternò
Sono stato faccia a faccia con molti Manager IT e CTO Europei e quanto vogliono che io parli di OpenStack o del Cloud, la maggior parte delle volte intendono un’altra cosa: i clienti vogliono un’alternativa a VMware per la virtualizzazzione. I più audaci vogliono una bella interfaccia Web con cui accedere alle macchine virtuali e nulla più. “Cloud” sembra nient’altro che l’ennesimo tormentone pubblicitario che significa tutto e il contrario di tutto. Non voglio discutere ora i motivi per cui lasciare VMware, ma l’equazione “Cloud = Virtualizzazione” è piuttosto diffusa fra i clienti. Questo è quello che alcuni vendo hanno voluto farci credere.
Sebbene il Cloud impieghi un ambiente virtualizzato, la virtualizzazione non è cloud. Permettimi di dare una definizione usando quella del NIST, l’ente americano della gestione delle tecnologie: “Il Cloud computing è un modello che permette un accesso da ogni luogo, conveniente e on-demand a un pool condiviso di risorse computazionali configurabili (ad esempio reti, server, storage, applicazioni e servizi) il cui provisioning è veloce e richiede il minimo sforzo di gestione”.
Continua poi identificando tre modelli di servizio: Software as a Service -SaaS-, Platform as a Service -PaaS- e Infrastructure as a Service -IaaS-.
Anche i quattro modelli principali di deployment sono definiti: cloud privato, cloud pubblico, cloud ibrido e cloud comunitario.
Leggi tutto...
- Dettagli
-
Pubblicato: Lunedì, 09 Novembre 2015 17:39
-
Scritto da Giuseppe Paternò
Articolo precedente: I componenti di OpenStack
Horizon – Dashboard
Horizon fornisce un’interfaccia modulare disponibile via Web per tutti i servizi di OpenStack. La maggior parte delle operazioni sono eseguibili con questa GUI Web, come lanciare un’istanza, assegnare gli indirizzi IP e gestire il controllo sugli accessi.
Leggi tutto...
- Dettagli
-
Pubblicato: Domenica, 01 Novembre 2015 18:02
-
Scritto da Giuseppe Paternò
Dunque, hai compreso i concetti di OpenStack, i suoi componenti e come le applicazioni giocano un ruolo importante nel Cloud. Prima di svelarti come aver successo con OpenStack, c’è una cosa importante che voglio tu capisca.
La prossima parola in voga che tutti menzioneranno sarà DevOps. Come puoi immagine, DevOps sta per Development Operations, Operazioni di Sviluppo.
L’obiettivo di un DevOpes è migliorare l’agilità di consegna del servizio, promuovere la comunicazione, la collaborazione e l’integrazione fra sviluppatori software e personale IT. Invece di vedere questi due gruppi come due compartimenti stagni che parlano tra loro ma non lavorano insieme, il DevOps riconosce l’interdipendenza fra personale IT e sviluppatori software.
In un mondo ideale, grazie all’uso continuo di tool di integrazione e test automatizzati, un gruppo di sviluppatori può portare on-line una nuova applicazione senza alcun team IT. Per esempio, Flickr ha sviluppato un approccio DevOps per supportare una richiesta lavorativa di 10 sviluppi al giorno. A titolo informativo, questo approccio è chiamato “Continuous Development” o anche “Continuous Delivery”.
La discussione dello sviluppo e delle metodologie AGILE è al di fuori degli scopi di questo articoli, ma una cosa è da capire e tenere a mente, che tu sia un manager IT, uno svilupatore o un sistemista.
Se decidessi di abbracciare il Clou in pieno e pensassi di adattare le tue app per sfruttarlo al meglio, allora ogni aspetto legato all’IT dovrebbe venir analizzato con attenzione.
Lo sviluppo, sia interno che outsourced, deve essere preso in considerazione; inoltre, il modo in cui la tua azienda è organizzata deve cambiare: ho già detto che il Cloud rappresenta un’enorme svolta?