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Lorenzo Bedin

Laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, svolge l'attività di libero professionista come consulente IT, dopo un periodo di formazione e esperienza in azienda nel ruolo di sistemista Windows e Linux. Si occupa di soluzioni hardware, siti web e virtualizzazione.

La famiglia di server tower ML di HPE è composta dai diversi modelli adatti a coprire numerose tipologie di clientela, dal piccolo ed economico ML10v2 al top di gamma ML350, che è attualmente presente a listino nelle due generazioni Gen9 e Gen10.

In questa recensione prenderemo in considerazione la penultima generazione, che si posiziona sul mercato a cifre variabili dai 1800 euro degli allestimenti base, fino a superare i 6000 euro nelle configurazioni a doppio processore (dischi e RAM aggiuntivi esclusi). Un esemplare come quello in prova, dotato di singolo processore Xeon E5-2620v4, 32 GB di RAM, due dischi SAS da 146 GB e relativo controller P440ar, con doppio alimentatore si assesta intorno ai 2500 euro.
È importante sottolineare come la grande modularità di questo server permetta di applicare numerosi kit di upgrade su diversi fronti, come nella sezione frontale dove è possibile installare fino a 48 dischi da 2.5’’ o 16 da 3.5’’ (con i relativi cage e secondo kit di ventole di raffreddamento specifiche).

Le ultime due generazioni di prodotti HPE, rispetto al passato, hanno guadagnato una decisa rivisitazione estetica, che unisce la tinta completamente nera, alla trama “matrix” del pannello frontale con il nuovo logo HPE in verde brillante. Il frontale è dotato di serratura per impedire l’accesso alle baie dei dischi e ai pulsanti di accensione/reset, ma bisogna fare attenzione ad aprirlo solo dopo avere installato i piedini in dotazione, per non forzare il funzionamento delle cerniere. Raggiungibile dal frontale e installato in posizione verticale, è anche il lettore DVD utile per le installazioni del sistema operativo, di eventuale hypervisor e di service pack di aggiornamento.

Read more HPE ML350 G9: Server tower per ogni esigenza

Qualche mese fa avevamo parlato del travagliato rilascio delle ultime due versioni di FreeNAS, tra l’arrivo della nuova interfaccia grafica, l’abbandono prematuro di “Corral” e infine lo sviluppo della versione 11.0 di nuovo dotata della UI classica.

Alla IXSystems non si sono fatti scoraggiare e hanno proseguito lo sviluppo del sistema NAS fino al recente rilascio della versione 11.1 tutta nuova.

Novità estetiche, ma anche di sostanza

Partiamo dall’aspetto che maggiormente attira l’attenzione di un sistema, altrimenti, piuttosto tradizionale a livello di funzionalità: la nuova interfaccia grafica. Abbandonato il tema scuro e spigoloso visto nella scorsa recensione, gli sviluppatori si sono orientati verso un decisamente più piacevole tema a base chiara, con una organizzazione grafica più pulita e piacevole. Il design ricorda quello dell’ambiente Android di ultima generazione, piuttosto piatto e con icone e volumi caratterizzati da contorni tondeggianti e colori vivaci.

Free11 dash

Il menu orizzontale superiore è stato completamente rimosso, a favore di una unità laterale a scomparsa, che racchiude tutte le funzioni storicamente presenti. Anche la struttura delle sotto voci è stata rivista e riorganizzata, ma risulta nel complesso facilmente navigabile e coerente con quella classica a cui siamo abituati. Altra novità della nuova UI è la corretta visualizzazione anche da dispositivi mobili.

Read more FreeNAS 11.1: benvenuta nuova UI

Chocolatey è un gestore di pacchetti concettualmente molto simile ad APT o YUM in ambiente Linux, che permette quindi di creare, aggiornare, distribuire o rimuovere pacchetti software in modo centralizzato e automatizzato.

Alla base del suo funzionamento ci sono due macro-piattaforme: NuGet e Windows PowerShell. La prima è a sua volta un package manager per .NET, che consente di sviluppare e distribuire pacchetti software sotto forma di librerie DLL, mentre PowerShell è la nota shell integrata negli ambienti Microsoft Windows. Disponibile sia tramite interfaccia a linea di comando, che con una GUI dedicata, Chocolatey nasce come progetto open source disponibile con tre modelli di licensing: gratuito, Pro e Business a cui si aggiungono i piani MSP e Architect per utilizzi specifici.

Read more Chocolatey: il gestore di pacchetti per il mondo Windows

Nel contesto delle infrastrutture IT, il termine Consolidamento descrive la situazione in cui un server fisico viene utilizzato per fare girare una o più applicazione server software sotto forma di diverse istanze. In questo modo è possibile condividere risorse computazionali tra più applicazioni software. 

Un tipico esempio di consolidamento è a conversione P2V da ambienti fisici su host dotati di hypervisor.

Il termine Kernel Monolitco indica quella porzione del sistema operativo che che detiene i permessi completi sull'accesso ai dispositivi di I/O, memoria e interrupt hardware, oltre che allo stack della CPU. Questo tipo di kernel tende a essere più grande rispetto ad altre tipologie, proprio per il fatto di integrare così tante funzioni in un unico livello. 
Kernel di questo tipo sono alla base dei sistemi Unix, Linux, Mac OS e DOS.

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