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Davide Piumetti

Laureato in ingegneria delle telecomunicazioni lavora nel settore del giornalismo informatico da oltre 10 anni, collaborando con storiche realtà del settore sia sul web sia cartacee. Vanta lunghe collaborazioni con PcTuner, PC Professionale, Panorama e altri siti indipendenti. Esperto nella materia hardware e appassionato di tecnologia e scienze applicate, utilizza un approccio scientifico all'analisi di componenti e piattaforme.

Si occupa principalmente di argomenti tecnici come processi produttivi, Cpu, schede madri, sistemi di storage e integrazione hardware di sistemi distribuiti.

Nell'acquisto di dispositivi di archiviazione spesso è difficile comprendere le differenze tra dischi e SSD di tipo Sata o Sas, tra prodotti di fascia consumer, Nas o Enterprise: le differenze di prestazioni in generale non giustificano il prezzo più elevato. Cerchiamo di capire cosa cambia in termini di affidabilità e tecnologia. 

Basta aprire il sito di qualsiasi fornitore hardware e sfogliare la sezione "dischi" per trovare - anche rimanendo su un unico produttore - una scelta estremamente ampia di dispositivi, che va ben oltre la combinazione SSD o disco tradizionale, prodotto consumer o di fascia server/Enterprise. 

In quest’ottica una semplice distinzione tra le connessioni Sata e Sas non è sufficiente a giustificare la varietà. Esistono modelli differenti sia internamente sia dal punto di vista della connessione, così come dal punto di vista dell’utilizzo.

Iniziamo a fare qualche distinzione, concentrandoci sui dischi tradizionali da 3,5 pollici con rotazione a 7.200 giri. Possiamo chiaramente identificare almeno 4 tipologie di dischi:

  1. SATA Consumer (ad esempio Seagate Desktop HDD, WD Blue, WD Green), per uso 5 gg alla settimana, 8 ore al giorno
  2. SATA uso NAS (Seagate NAS HDD, WD Red) per uso 24h ma con trasferimento dati limitato
  3. SATA uso NAS aziendale (Seagate Enterprise NAS HDD, WD Red Pro) per uso 24h con uso dati intensivo
  4. SAS Enterprise (WD RE SAS) per uso in ambito server

In questo elenco abbiamo già semplificato un pochino le cose poichè molti produttori hanno introdotto ulteriori variazioni sul tema e moltissimi modelli differenti. Inoltre se prendiamo in considerazione il mondo server naturalmente ogni produttore (HP, Dell, Lenovo, Fujitsu...) avrà i suoi modelli prodotti magari dagli stessi brand citati qua sopra ma modificati e adattati con firmware proprietario. 

Read more L’integrità dei dati in ambiente Enterprise

Nell'era del cloud diventa sempre più difficile definire i confini tra ciò che sta entro le mura e su Internet. Questo vale anche per 1Backup, un software di backup che può essere usato sia entro le mura su uno storage locale, sia off-premises, nel cloud di Coretech, l'azienda che lo commercializza in Italia.

1Backup è un prodotto che ha due categorie di utenze diverse: gli utenti finali, che cercano una soluzione facile da configurare con cui salvare i dati di desktop, server o workstation e i sistemisti, i Managed Service Provider o i rivenditori di servizi IT o di informatica che vogliono un prodotto ben localizzato da proporre ai propri clienti per passare al backup offsite, al di fuori delle mura.

  • 1Backup è un prodotto che ha due categorie di utenze diverse: gli utenti finali, che cercano una soluzione facile da configurare con cui salvare i dati di desktop, server o workstation e i sistemisti, i Managed Service Provider o i rivenditori di servizi IT o di informatica che vogliono un
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Il software è basato su un Agent che può essere scaricato e installato su qualsiasi macchina desktop o server, Windows (da XP a 10, da Server 2003 a Server 2012 R2), Linux (supporto ufficiale per Centos e Red Hat) o Mac (da 10.5 a 10.10) e una interfaccia Web con cui si possono creare altri utenti con spazio e numero di agenti limitati o addirittura altri utenti sub-admin in grado di creare a loro volta altre utenze. Msp, rivenditori e IT manager potranno così assegnare i permessi a clienti, dipendenti e così via. 

Read more 1Backup, soluzione Cloud e On-Premises per Msp, Rivenditori e utenti finali

Un disco Ssd adatto ai sistemi Pc di fascia alta e alle workstation, con un occhio attento anche all’ambito server e datacenter.

Negli ultimi anni la grandissima evoluzione tecnica ha portato il mercato degli Ssd a un periodo di stallo dal punto di vista prestazionale, mentre i prezzi per Gbyte delle unità continuano a calare vistosamente.

Se i picchi velocistici ottenuti in ambiente desktop sono ormai consolidati, resta però aperta la porta a grandi miglioramenti in ambiente server o datacenter nei quali, oltre alle pure prestazioni velocistiche relative al trasferimento dati, rivestono un’importanza cruciale altri parametri come il numero di IOps sopportabili dal dispositivo e la sua consistenza nelle prestazioni. Dischi Sata 3 o Sas 6 Gbps offrono mediamente velocità sequenziali di lettura e scrittura sequenziali prossime a 550 Mbyte/s, ma offrono risultati di molto variabili in termini di parallelismo delle operazioni e di durata temporale delle stesse. Dischi che offrono enormi velocità nel trasferimento sequenziale possono essere utili su dekstop o all’interno di sistemi che fanno della lettura e scrittura di file di grandissime dimensioni il loro utilizzo principe, ma in altri contesti potrebbe essere preferibile altro.

Read more Neutron XT: Corsair si dà al mercato Pro

Potete avere tra le mani un PC, una workstation o un server da diverse migliaia di euro: per capire limiti e potenzialità del vostro hardware non basta conoscerne la CPU, la RAM o altre caratteristiche. In quasi tutti i casi le prestazioni saranno determinate in gran parte dallo storage, che si tratti di un disco o di una SSD.

Quando dalle macchine fisiche si passa a quelle virtuali, in cui anche un server di fascia medio bassa si trova a far girare diverse VM, le prestazioni I/O (input/output) diventano ancora più importanti. Essere in grado di valutarle non è però del tutto scontato, ma anzi può essere davvero difficile. Certo una rapida copia di un file da un disco all'altro o l'esecuzione di un comando dd su una macchina Linux potrebbe darvi una pur vaga idea delle prestazioni, ma è molto facile prendere degli abbagli, non considerando ad esempio la presenza di cache in lettura e in scrittura sul controller o le funzioni di caching del sistema operativo host (vSphere, Hyper-V o qualsiasi altro hypervisor) e di quello guest. Spesso poi ci si limita a prendere in considerazione esclusivamente le velocità sequenziali di lettura/scrittura che danno però solo una idea di massima, senza considerare il comportamento dello storage in termini di numero di operazioni di I/O al secondo.

Per aiutarvi a capire come valutare queste prestazioni vi illustriamo la nostra metodologia di test nella valutazione delle prestazioni di dischi e SSD.

I test di cui vi parliamo possono essere sfruttati anche in situazioni differenti e si focalizzano sulle prestazioni intrinseche dei dischi ma anche sulla loro durata nel tempo e sul loro comportamento con carichi di lavoro tipici, quali Web Server, File Server o Database, in modo da offrire una anteprima concreta dei risultati che si potranno ottenere in pratica.

Read more Come valutare le prestazioni I/O di storage, dischi e SSD

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