Dopo il VMworld di San Francisco dello scorso 31 agosto anche VMware Italia ha presentato tutte le novità introdotte anche alla stampa del nostro paese. Alberto Bullani, Country Manager, nell'introdurre i principali concetti del software defined datacenter - su cui ormai VMware batte il chiodo da diversi anni - ha colto l'occasione per parlare di un nuovo report inerente le "digital skill" dei dipendenti.
Nessuna novità sconvolgente è stata rivelata dal rapporto: il 75% degli intervistati (per quanto riguarda l'Italia) ritiene che la conoscenza delle tecnologie digitali (le "digital skill") possa migliorare il vantaggio competitivo dell'organizzazione, ma - sempre secondo gli intervistati - non sono i più giovani (25-34 anni) quelli che possono guidare il cambiamento. La fascia d'età che viene vista come leader in questo senso è quella trai 35 e i 44 anni (per il 45% degli intervistati). Gli ostacoli principali alla realizzazione delle competenze digitali in azienda sono invece il non allineamento delle tecnologie con gli obiettivi personali, la mancanza di budget e le abitudini radicate in azienda.
Analizzando più nel concreto le novità tecnologiche del VMworld americano Bullani e Zerminiani (Senior Presales VMware Italia) hanno messo l'accento sullo slogan "One cloud, any app, any device" e sull'approccio a tutto campo di VMware nei cloud private, managed e public. In questo senso il nuovo vCloud Air, offerta di public cloud della stessa società, soddisfa più chiaramente le esigenze di chi non si accontenta del cloud privato, con soluzioni fornite direttamente da VMware e da alcuni suoi partner (vCloud Air Network).
Per avvicinarsi al concetto di App native per il cloud Zerminiani ha invece parlato dei vSphere Integrated Containers che permettono di far girare i container all'interno di una appliance Linux dedicata creata dalla stessa VMware e basata sull'innovativo sistema operativo Photon OS. Al momento questa tecnologia è disponibile come beta privata, la disponibilità è prevista per il 2016. Novità importanti sono anche la Virtual SAN 6.1, che - arrivata alla terza generazione - offre feature ancora più avanzate (come il supporto agli stretched cluster e la disponibilità anche di una architettura a soli due host) e EVO SDDC, evoluzione del precedente EVO Rail, un prodotto iperconvergente che - in collaborazione con alcuni vendor - include in un unico "pacchetto" hardware, storage, software, networking e sistema di gestione. Anche l'EVO SDDC (Software Defined DataCenter) sarà disponibile nel 2016 nella prima versione che prevede la collaborazione di Dell, Quanta e VCE per la realizzazione della parte hardware, mentre l'ingegnerizzazione software è naturalmente di VMware.