Introduzione a Docker pt.3: Storage e Connettività

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Continuiamo la serie di articoli introduttivi a Docker, con una nuova puntata dedicata a due elementi fondamentali in un ecosistema di container: volumi e connettività. Ossia, come far parlare due container tra di loro ed elaborare i dati in una determinata cartella sull'host.

Storage: volumi e bind-mount

I file creati all'interno di un container sono conservati su un layer scrivibile dal container stesso per impostazione predefinita, con delle conseguenze significative:

  • i dati non sopravvivono ad un riavvio o alla distruzione del container.
  • i dati difficilmente possono essere esportati al di fuori del container se sono utilizzati da processi.
  • il layer scrivibile dal container è strettamente connesso all'host sul quale gira il container stesso, ed è altrettanto difficile muovere dati tra host.
  • il layer scrivibile richiede un driver dedicato che ha un impatto in termini di prestazioni.

Docker risolve questi problemi permettendo al container di eseguire operazioni I/O direttamente sull'host tramite volumi e bind-mount.

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Introduzione a Docker - pt.2

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Immagini e Container

Un’immagine è un insieme ordinato di modifiche al filesystem root e relativi parametri di esecuzioni da usare all’interno della runtime del container, non ha stato ed è immutabile.

Ha dimensioni ridotte, non richiede dipendenze e include runtime, librerie, variabili d’ambiente, file di configurazione, parti di codice e tutto quel che serve per eseguire l’applicazione.

Un container è l’istanza di runtime dell’immagine, ossia quel che l’immagine è in memoria quando viene eseguita. In genere viene eseguito completamente slegato dall’host sottostante, sebbene sia possibile configurare accesso a file e di rete permettendo la comunicazione con altri container o con l’host.

docker image rm

In sostanza, l’immagine è il concetto ideale, e il container è l’esecuzione pratica. Uno dei punti di forza di Docker è appunto la possibilità di creare immagini minime, leggere e complete da portare su varie piattaforme e sistemi operativi, e l’esecuzione del container relativo sarà sempre possibile di fatto eliminando il problema della compatibilità tra pacchetti, dipendenze, librerie, etc..: quel che serve è incluso nell’immagine, e questa è completamente portabile.

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Project Honolulu: il Web Client per la gestione di Windows Server

Annunciato il 14 settembre con un post sul blog Technet, Project Honolulu è le piattaforma gratuita Web-based HTML5 per la gestione centralizzata di host e cluster, che permette di controllare, gestire ed eseguire il troubleshooting in ambienti Windows Server. Ad oggi è disponibile come “technical preview”.

L’amministrazione di ambienti Windows Server è tipicamente affidata a MMC (Microsoft Management Console) ed altri strumenti con interfaccia grafica, oltre a PowerShell – e il suo potente e completo sistema di scripting – che consente un alto grado di automazione.
Project Honolulu, che per certi aspetti può essere paragonato al Web Client del vCenter VMware, è una soluzione di gestione centralizzata di host e cluster per Windows Server, intesa non come sostitutiva di System Center e Operations Management Suite, bensì complementare.

Project Honolulu è la naturale evoluzione di Server Management Tools (SMT - l’analogo strumento che è stato dismesso qualche mese fa perché girava su Azure e pertanto richiedeva una connessione ad Internet) e ne rappresenta la versione locale, on-premises. Non è inteso come sostitutivo di MMC.
Allo scorso evento Ignite, Microsoft ha presentato il progetto con due sessioni dimostrative, mentre il blog Microsoft dedicato è raggiungibile a questo indirizzo.

project honolulu architecture

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Introduzione a Docker

Ne avrete senz’altro sentito parlare, è una delle tecnologie più in voga del momento e sta guadagnando rapido consenso tra gli addetti ai lavori: i numeri presentati a DockerConf 2017 parlano di 14 milioni di host, 900mila apps, 3300 partecipanti al progetto e 170mila membri della community e 12 miliardi di immagini scaricate.

In questa serie di articoli introdurremo i concetti base di Docker, in modo da avere delle basi solide con cui esplorare il vastissimo ecosistema ad esso collegato.

Il progetto Docker nasce come un progetto interno di dotCloud, un’azienda attiva nel settore PaaS, e basato su container LXC. Nel 2013 viene presentato con una storica demo alla convention PyCon e rilasciato in modalità open-source, e l’anno seguente cessa il supporto a LXC come motore di virtualizzazione in favore di libcontainer (poi runc), una libreria sviluppata internamente in Go che offre prestazioni migliori e un grado di isolamento tra container e sicurezza maggiore. Il seguito è un crescendo di sponsorizzazioni, investimenti e interesse generale che elevano Docker a standard de-facto in ambito sviluppo.

Fa parte della Open Container Project Foundation, la fondazione di Linux Foundation che si occupa regola gli standard aperti nel mondo dei container e che consta di importanti membri come AT&T, AWS, DELL EMC, Cisco, IBM Intel etc.

Docker è basato su architettura client-server; il client comunica con il daemon dockerd che si occupa della generazione, esecuzione e distribuzione dei container. Possono girare sullo stesso host o su sistemi diversi, e in questo caso il client comunica tramite API REST, socket UNIX o interfaccia di rete con il daemon. Il registro contiene le immagini; Docker Hub è un registro pubblico, Docker Registry invece è un esempio di registro privato.

docker architecture

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Novità dal VMworld 2017 di Barcellona

Si è aperta oggi l’edizione 2017 del VMworld Europe, nella ormai classica location del centro congressi di Barcellona. Come ogni anno, VMware si presenta a questo evento con una serie di annunci e novità di cui vi proponiamo le più interessanti.

welcome vmworld

Disponibilità di tecnologie VMware HCX per la portabilità e l’integrazione multi-cloud e multi-site

VMware HCX è una tecnologia che permette mobilità e interoperabilità sicure, veloci e protette tra cloud differenti, permettendo migrazioni di applicazioni anche di grandi dimensioni senza tempi di downtime. Essendo una soluzione appena resa disponibile, sarà inizialmente utilizzabile solo tramite le piattaforme IBM e OVH ed accessibile tramite i VMware Cloud Provider.

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VM Explorer 6.3

Requisiti di installazione
VM Explorer è costituito da un software da installare su server (anche virtuale) con sistema operativo Windows Server 2008 R2 o successivi. I requisiti di sistema rimangono complessivamente quelli della versione precedente, a parte la necessità di avere .NET 6.4.2 installato e il termine del supporto alle versioni 32 bit del sistema operativo.


Una volta completata l’installazione, occorre avviare il programma, selezionare la voce di menu Web Settings e impostare la password dell’utente amministratore. Bisogna inoltre definire l’indirizzo IP per l’accesso all’interfaccia Web: passaggio fondamentale in quanto il client Windows non è più disponibile (già dalla precedente release 6.2).

1 vmexplorer webserver settings

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XenServer: Installazione e primo approccio

Articolo precedente: Introduzione a XenServer

Nel precedente numero abbiamo introdotto l’hypervisor XenServer, dalle origini del progetto fino ad oggi, per poi descriverne anche la struttura e i principi di funzionamento. In questo nuovo articolo andiamo a vedere da vicino come installarlo ed iniziare a utilizzarlo. L’immagine ISO è disponibile a QUESTO indirizzo, dove è possibile anche accedere sia ai Software Development Kit, sia alle patch e alla documentazione.

Come per gli hypervisor concorrenti, l’installazione è consigliata su hardware supportato (HCL disponibile QUI), ma per uso di test è possibile installare Xen anche in configurazione whitebox su hardware non supportato ufficialmente: a questo proposito è bene prestare attenzione alla scelta di chipset e schede di rete (Intel IHC e NIC Realteck sono da preferirsi). Una volta preparati l’hardware e la ISO, si può creare un supporto USB avviabile (utilizzando utility gratuite come UnetBootin o Rufus) e iniziare l’installazione selezionando il boot da supporto USB.

1 Select XenServer 7 Installation Source

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Introduzione a XenServer: [para]virtualizzazione enterprise totalmente opensource

Xen è un hypervisor, come VMware ESXi/Hypervisor, ovvero un software che permette di eseguire contemporaneamente più macchine virtuali – con sistemi operativi anche diversi – sullo stesso hardware, condividendone le risorse al fine di ottimizzare i costi e la gestione della infrastruttura IT. Data la sua natura è spesso paragonato alle piattaforme concorrenti di Microsoft (Hyper-V) e Vmware (vSphere/ESXi), tuttavia in questo articolo andremo ad analizzarne le peculiarità caratteristiche.

Un po' di storia

Il progetto di virtualizzazione Xen nasce a scopo di ricerca presso l’università di Cambridge nel 2003. A distanza di poco tempo viene fondata una azienda apposita, la XenSource, che viene successivamente acquistata nel 2007 da Citrix la quale mantiene la versione gratuita, ma inizia parallelamente a svilupparne una commerciale a pagamento. Allo sviluppo del progetto contribuiscono inoltre grandi player del settore del calibro di Intel, AMD, Cisco, Amazon, Google, Oracle, Samsung e Verizon.

Nel 2013 Xen viene accolto sotto l’egida della Linux Foundation e contestualmente Citrix adotta un modello totalmente opensource per il proprio prodotto XenServer, ormai giunto alla release 6.2. Viene comunque mantenuta una versione a pagamento che include servizi di supporto e manutenzione aggiuntivi.

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VMUG Meeting 2017: Padova - 5 aprile

Dopo il successo della UserCon, tenutasi a Milano lo scorso Novembre, il VMUGIT ritorna nel 2017 con un calendario di eventi come sempre ricco e stimolante.

vmug logo

Ne approfittiamo per tenervi aggiornati sugli incontri di VMUG, sempre utili per chi è in cerca di maggiori informazioni sul mondo VMware, o anche solo di un'occasione per confrontarsi con persone che lavorano con le stesse tecnologie. Il primo meeting del 2017 si terrá mercoledí 5 aprile a Padova.

Gli highlights del meeting sono sessioni su questi argomenti:

SAP HANA on vSphere - Enrico Ongaro (VMware)
Sicurezza a 360° - Cloud, Mobile e Threat Prevention - David Gubiani (Checkpoint)
Green Padlock : A survival guide to vsphere SSL certificates - Marco Scandaletti (Community Speaker)
Photon Controller 1.1.1 Live demo con Alan Civita (Sky UK - Community Speaker)
Questo è Cloud Data Management! - Giampiero Petrosi (Rubrik)

Le registrazioni sono giá aperte, tutte le info e il link alla pagina di registrazione sono disponibili a QUESTO link:

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vSphere 6.5: cosa c'è di nuovo (dal VMworld Europe 2016)

Oggi VMware al VMworld ha annunciato vSphere 6.5, vediamo subito quali sono le novità di una release che porta finalmente qualche innovazione importante.

VCSA

La vCenter Server Appliance ora ha un installer con un nuovo look e può finalmente essere usato anche da Linux e Mac. Ma le innovazioni della VCSA non finiscono qui. 

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Novità dal VMworld USA 2016

vmworld2016

In questi giorni si sta svolgendo a Las Vegas l’edizione 2016 del VMworld, il più importante evento legato al mondo VMware. Lo slogan di quest’anno è “be_TOMORROW”.

Tra gli argomenti più interessanti presentati finora c’è la nuova piattaforma VMware Cloud Foundation, una nuova architettura per la creazione di infrastrutture cloud. È stata presentata anche la Cross-Cloud Architecture (ancora in Tech Preview) insieme a vCloud Availability e vCloud Air Hybrid Cloud Manager. Si è parlato anche di novità a livello di integrazione tra i Container e l’ecosistema vSphere.

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VM Explorer: il nuovo strumento di HP Enterprise per il backup di VMware vSphere e Microsoft Hyper-V

VM Explorer è un software sviluppato in Svizzera dalla Trilead a partire dal 2007 e conta oltre 10.000 clienti nel mondo. Questo numero è destinato però ad aumentare, soprattutto considerando la crescente autorevolezza che ha acquistato in seguito alla recente acquisizione di HPE, come ci ha confermato Roberto Beneduci di CoreTech, distributore storico del software: "A parità di periodo rispetto al 2015, nel primo trimestre del 2016, il numero di licenze VM Explorer vendute è più che raddoppiato".

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Una acquisizione ben motivata

HPE aveva già un software di backup di fascia Enterprise, la Suite HPE Data Protector e detiene con i suoi server il 60% del mercato VMware OEM. Con VM Explorer HPE può offrire ai propri clienti una soluzione facile, robusta ed economica, dedicata unicamente al backup dei sistemi virtuali, ben differente da Data Protector, una soluzione indirizzata a una fascia di clientela differente (infrastrutture da migliaia di VM). Con questa mossa HPE può ora offrire a tutti i propri clienti di fascia Small and Medium Business (<100 VM), una soluzione meno complessa e per molti aspetti più appetibile rispetto alla diffusa suite di Veeam.

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Proxmox 4.1: la sfida a vSphere continua

Nello scorso numero di dicembre 2015 abbiamo recensito in modo approfondito la versione 4.0 della piattaforma open source per la virtualizzazione sviluppata dalla società austriaca Proxmox Server Solutions. Analizziamo insieme le novità che Proxmox mette a disposizione per competere con i blasonati concorrenti Microsoft e VMware. 

Proxmox VE vs. vSphere

Il confronto con l’hypervisor leader di mercato può sembrare impari, ma una analisi accurata delle funzionalità di Proxmox può farlo rivalutare come alternativa, in particolare nel caso di situazioni in cui il rapporto tra budget e prestazioni sia il principale parametro di scelta.

Proxmox VE (da qui in avanti semplicemente Proxmox) è basato sul sistema operativo Debian e porta con sé  vantaggi e svantaggi di questa nota distribuzione Linux: un sistema operativo stabile, sicuro, diffuso e ben collaudato, con un’ampia scelta di pacchetti software – sebbene a volte non aggiornati all’ultima release ma in grado di garantire una perfetta stabilità –  e il  “Contratto Sociale” che assicura i vantaggi del Software Libero (https://www.debian.org/social_contract). Tra i vantaggi bisogna sicuramente citare anche la presenza di una community ben radicata e attiva nella gestione del codice e della documentazione, che risulta sempre essere ricca e dettagliata. In quanto progetto open-source, il repository del codice sorgente è a disposizione di chiunque voglia implementare nuove funzioni, o adattare quelle esistenti in base alle proprie esigenze. Inoltre la licenza GPL consente l’uso anche commerciale in modo del tutto gratuito.

proxmox installazione esxi

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Cloud Native Apps: la piattaforma VMware (terza parte)

Nei precedenti articoli (Parte 1 e Parte 2) si è visto come Photon e Docker hanno costituito un nuovo modo per costruire e mettere in produzione le applicazioni di nuova generazione. Di fatto il container e le tecniche di sviluppo a “microservice” sono gli elementi architetturali e nel contempo culturali che determinano un cambiamento significativo nel modo di gestire le applicazioni cloud-native all’interno del loro stesso ciclo di vita. Essendo quello delle cloud-native application un tema molto caldo nel panorama odierno dell’IT, è facile reperire sul Web nuovi annunci e informazioni che possono rendere in parte obsoleti alcuni elementi trattati nei precedenti articoli. Di fatto, in casa VMware, l’annuncio della devbox basata su Photon Controller e l’implementazione di nuovi meccanismi di clustering dei container sono oggi disponibili al mondo delle community attraverso il canale delle technology preview.

01 cna progress

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Il backup virtuale diventa semplice con Nakivo

Backup & Replication permette di proteggere le infrastrutture VMware, si integra con Amazon e vCloud ed è pronto per il multi-tenancy

avangate piccolo webinar

Le soluzioni di backup e disaster recovery più innovative degli ultimi anni sono tutte legate al mondo virtuale, anche perché ormai l’uso di un hypervisor è dato per scontato nella realizzazione di qualsiasi infrastruttura server o datacenter. In questo settore Nakivo è certamente uno dei player più giovani e si rivolge – per il momento – solo al backup della piattaforma VMware, ma negli ultimi anni ha dimostrato una crescita davvero significativa in termini di funzionalità.

Abbiamo provato la versione 5.9 che va già ben oltre il concetto di semplice backup delle macchine virtuali e mette a disposizione una architettura abbastanza sofisticata basata su elementi distinti che si possono integrare sulla rete locale o per il collegamento di sedi o datacenter diversi. Questi elementi sono Director, Transporter e Backup Repository e possono parlare tra di loro anche a partire da posizioni geografiche distinte.

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Cloud-native Apps: la piattaforma di VMware parte 2

L’evoluzione dei metodi di sviluppo di un’applicazione verso il mondo cloud sono la forza motrice che spinge alla creazione di servizi di nuova generazione incapsulati in strutture software denominate container.

Come trattato nel precedente articolo, Photon, Docker e i container rappresentano gli oggetti architetturali frutto di una rivoluzione nel modo di progettare applicazioni cloud-native.  Analizzata in breve la questione dal punto di vista dei sistemi, giunge ora il momento di approfondire il tema in ottica “devops”, partendo cioè dalla costruzione delle immagini dei container fino ad arrivare alla loro esecuzione.

Sviluppare nel "Datacenter-in-a-box"

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Ultime novità dal mondo vSphere - ESXi Embedded Host Client e ESXi nested Virtual Appliance

Uno dei limiti principali nell’utilizzo della versione gratuita di vSphere è l’impossibilità di poter gestire l’host da una interfaccia Web. Questa mancanza si fa sentire soprattutto per chi utilizza una macchina Linux o Mac sulle quali il classico vSphere client non può essere installato.

L’ESXi Embedded Host Client è una soluzione interessante e molto recente (apparsa come un Fling di VMware durante il 2015) per sopperire alla mancanza di un client universale: si tratta infatti di una implementazione realizzata in HTML e Javascript di un client Web completo per accedere e gestire l’host ESXi. 
Al momento è disponibile per il download la release 4.0, che è scaricabile sia in formato .vib - pronto per essere installato via shell - sia in modalità pacchetto contenente il codice Open Source. La prima versione di vSphere supportata nativamente è la 6.0, anche se il client funziona dalla 5.5 in poi seppur con alcuni limiti e in presenza di diversi bachi noti e documentati.

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HA, cluster e Container a costo zero con Proxmox VE 4.0

Quando si parla di virtualizzazione in ambito server viene immediato pensare a VMware vSphere e magari, in seconda battuta, a Hyper-V di Microsoft o a Citrix XenServer, piuttosto che a Red Hat Virtualization (KVM). Proxmox Virtual Environment (VE) è una alternativa senza dubbio meno blasonata e conosciuta, ma comunque valida e originale.

proxmox logo 2

UPDATE: in datata 12 Dicembre, dopo la fine delle nostre prove, è stata rilasciata la versione 4.1. Basata sull'ultima release Debian Jessie con Kernel 4.2.6, LXC e QEMU 2.4.1. Sono stati risolti alcuni bug e migliorata l'integrazione con ZFS, oltre che svariate funzioni legate ai container su LXC.

Proxmox è un progetto open source basato su KVM e – dalla nuova versione 4.0 – anche su LXC (Linux Containers): è gratuito ma la società che lo sviluppa mette a disposizione il supporto commerciale a pagamento. Si tratta di un hypervisor basato su Debian, che usa una versione modificata del kernel Red Hat Enterprise Linux (RHEL) ed è fornito come immagine ISO installabile in modalità bare-metal direttamente sugli host fisici. La sua interfaccia di gestione è esclusivamente Web e non richiede un server o una VM dedicata per il management. Come la maggior parte dei progetti Linux based, può succedere che si renda necessario l’utilizzo della linea di comando per svolgere alcune operazioni avanzate. La documentazione disponibile è discreta, non mancano guide dettagliate per tutte le operazioni principali consultabili sulla Wiki dedicata, ma siamo comunque molto lontani dai livelli di progetti come vSphere o Hyper-V.

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VMUG UserCon 2015: nuovi trend dal mercato IT

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Lo scorso giovedì 12 Novembre a Milano si è svolta la terza VMUG Usecon, evento organizzato dal VMware User Group italiano. Si tratta di un evento dedicato alla comunità di utenti, sviluppatori e partner VMware. L'edizione di quest'anno ha visto la presenza di speaker e personaggi di calibro internazionale: il keynote è stato tenuto da Mariano Maluf, presidente di VMUG Worldwide oltre che consulente per Cloud e Internet of Things in CocaCola. Mariano ha sottolineato l’attenzione di VMware nei confronti della community e la sua importanza per mantenere una posizione di leadership sul mercato.

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VMware Virtual SAN 6.1 e gli storage iperconvergenti

Tutti parlano di Iperconvergenza e di Software Defined Datacenter (SDDC), ma quali sono vantaggi e svantaggi di queste architetture? Abbiamo provato per voi la soluzione proposta da VMware per l'iperconvergenza dello storage: la Virtual SAN 6.1, annunciata al recente VMworld. Vediamone luci e ombre.

Il concetto di base è molto semplice: dopo che avete speso così tanti soldi per rendere affidabile la vostra infrastruttura, comprando 2 o più host di fascia alta, perchè non sfruttarli direttamente per gestire anche lo storage in maniera ridondata? Senza dover investire altri migliaia di euro in uno storage dedicato? Dietro questa semplice proposizione c'è il cuore dei vantaggi che può portare l'iperconvergenza in ambito storage. Le soluzioni sul mercato sono molte, ma quella di VMware ha certamente il suo fascino nascosto: un sistema ingegnerizzato e sviluppato direttamente da chi ha progettato l'hypervisor. 

La Virtual SAN è stata introdotta con vSphere 5.5 ed è stata migliorata con vSphere 6.0. La recente release 6.1, oggetto delle nostre prove, è stata profondamente riprogettata per migliorare a livello di prestazioni e venire incontro alle esigenze manifestate da molti utilizzatori delle precedenti release.

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Un abito realizzato su misura per il cliente - Intervista a Matteo Uva e Hervè Renault - VMware

uva renault

Nel corso del VMworld abbiamo intervistato Matteo Uva (Channel Manager - VMware) e Hervè Renault (Senior Director Partners & General Business Southern Europe, MiddleEast, Africa - VMware)


Al di là delle novità presentate in questo VMworld, come si pone VMware davanti a un canale particolarmente frammentato e che affronta con difficoltà le innovazioni e le nuove tecnologie?


(risponde Hervè Renault) VMware è molto ben posizionata sul canale e cerca di sfruttare al meglio rivenditori e distributori per affrontare il panorama senza dubbio difficile delle piccole e medie imprese in Italia. L’evoluzione continua delle tecnologie ci obbliga però ad una continua trasformazione, nel tentativo di capire l’esigenza dei clienti ed offrire sempre il prodotto più adatto in ogni situazione.

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VMware vSphere 6.0: pronti per l'upgrade?

VMware vSphere, la piattaforma di virtualizzazione dei server leader del settore, è giunta alla versione 6.0, rilasciata a febbraio 2015. In questo articolo proveremo a fornire una panoramica delle principali novità, con delle considerazioni basate sull’esperienza d’uso e un’analisi delle problematiche che si potrebbero avere con l’upgrade delle versioni precedenti.

UPDATE: vSphere 6.0 U1 ecco le novità


I nuovi numeri

Le migliorie principali sono naturalmente di tipo computazionale, così come ci si aspetta dal passaggio ad una nuova versione. I nuovi numeri indicano che una singola istanza di VMware vCenter Server supporta sino a 1.000 host ESXi, sino a 15.000 VM registrate e sino a 10.000 VM accese contemporaneamente. Ogni singolo host supporta sino a 1024 VM, può gestire un massimo di 480 CPU (da cui si possono sfruttare sino a 4096 CPU virtuali), e 6Tb di memoria RAM, che diventano 12Tb con hardware certificato. Anche i numeri di un cluster di host ricalcano questi aumenti: è possibile avere 64 host e 8.000 VM per cluster.

Come ogni nuova release di vSphere, anche questa introduce un livello più alto di hardware virtuale, giunto alla versione 11, grazie al quale ogni VM potrà gestire sino a 128 CPU virtuali e sino a 4TB di memoria.

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VMware vSphere: ready for 6? Custom Image e Backup

Siete indecisi se passare a vSphere 6? Ecco alcune informazioni sui software di terze parti che potrebbero essere fondamentali per la vostra scelta.

Sono passati ormai alcuni mesi dal rilascio di VMware vSphere 6 ed è anche uscito il primo piccolo update (U1), ma per chi ha una infrastruttura è davvero arrivato il momento di aggiornarsi? Per aiutarvi a decidere oltre alle considerazioni che trovate in questo articolo in cui vi presentiamo tutte le novità, abbiamo preso in considerazione sia la disponibilità delle immagini di ESXi CUSTOM per le macchine dei vari produttori, sia il supporto da parte dei principali software di backup. Ècinfatti molto difficile pensare di passare a un nuovo sistema se il software di backup utilizzato in azienda non è ancora compatibile.

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