Dopo la falsa partenza del tanto atteso FreeNAS 10, il team di sviluppo iXsystems ha rilasciato da poche settimane l’ultima release stabile del sistema operativo ad uso NAS.


Abbiamo già parlato in diverse occasioni di FreeNAS nei nostri precedenti numeri, analizzandone in modo approfondito la struttura, il funzionamento e i vantaggi. Da questo tipo di sistema operativo ci si aspettano – prima di tutto – grande stabilità e affidabilità, ma da un anno circa era nell’aria l’arrivo della rivoluzionaria release 10, anche nota come Corral.

FreeNAS 10 “Corral”: qualcosa è andato storto
Le due novità fondamentali avrebbero dovuto essere: l'interfaccia grafica (totalmente rivista) e il supporto nativo alle macchine virtuali multipiattaforma. Tuttavia il rilascio di Corral non è andato come previsto: dopo essere rimasto disponibile al download circa 48 ore sul sito ufficiale di Freenas, è stato misteriosamente rimosso (e rimpiazzato dalla precedente versione 9.10). Per qualche settimana non è stato chiaro cosa stesse succedendo – in quanto dai repository ufficiali era ancora scaricabile – finché, nel giro di pochi giorni, è stato spostato in una sezione Tech Preview. Sul forum ufficiale, il 12 aprile è stato poi pubblicato il comunicato in cui si spiegano le motivazioni del ritiro della release.

Noi di GURUadvisor abbiamo fatto in tempo a scaricare e provare diverse versioni di Corral (dalla 10.0.2 alla 10.0.5 tutt’ora disponibili qui), ma riscontrando svariati inconvenienti. La piattaforma di test è stato un Microserver G8 di HPE, dotato di processore Celeron dual core, 4GB di RAM e 2 dischi IronWolf da 3TB, ampiamento collaudato in precedenza con tutte le versioni 9.x di FreeNAS. Con Corral abbiamo tuttavia riscontrato da subito problemi di boot: un baco della versione 10.0.2 impediva il funzionamento della voce “install” del menu di installazione (probabilmente dovuta alla presenza di soli 4GB di RAM), che abbiamo aggirato testando la versione 10.0.5 in macchina virtuale con 8GB di memoria. Dopo una serie di tentativi siamo riusciti ad ottenere una versione funzionante anche sul Microserver, ma (come previsto da un vistoso banner apparso in fase di installazione) le prestazioni sia in fase di avvio, che di utilizzo via Web, si sono rivelate molto deludenti. I tempi di boot erano nell’ordine dei 10-12 minuti, contro i 4-5 delle versioni 9.x, e la stessa interfaccia grafica di nuova generazione – completamente impostata per menu verticali – era poco intuitiva da navigare e molto lenta nel rispondere ai comandi.


PIC1 corral


Dopo Corral, il ritorno alle release numeriche
Visti i problemi di FreeNAS 10, il team di sviluppo ha cambiato totalmente approccio nella preparazione della release 11, ridisegnando di nuovo la GUI (sfruttando un nuovo framework open source, Angular JS di provenienza Google, al posto di Montage JS) e risolvendo gli importanti problemi di utilizzo delle risorse.
Da oltre un mese, FreeNAS 11 è quindi disponibile in modo stabile sul sito ufficiale. Per chi avesse già installato una FreeNAS 9.x è possibile effettuare l’upgrade cambiando il “train” nelle impostazioni degli aggiornamenti.

PIC2 train


Ma vediamo più nel dettaglio quali novità stanno sotto la scocca di questa nuova versione. Partendo da quelle principali sicuramente abbiamo la nuova interfaccia, il fatto che sia basata sull’ultimo FreeBSD (versione 11, appunto, che migliora le performance) e il supporto nativo alle macchine virtuali. In secondo luogo troviamo l’aggiunta di servizi di notifica integrabili con prodotti terzi, la possibilità di scegliere i servizi di sharing attivi o meno all’avvio (con anche una schermata rivista) e l’integrazione con Amazon S3 (FreeNAS può “fingersi” una sorta di host S3 locale).
Riguardo l’interfaccia ci sono due importanti informazioni preliminari: è ancora in fase di sviluppo e al login è possibile scegliere quale utilizzare. Ma vista la struttura completamente nuova, ci sono una serie di attività che è ancora preferibile svolgere utilizzando quella classica.


PIC3 selezione
Rispetto all’impostazione originale, la struttura del menu è adesso completamente verticale, con un funzionamento a “tendine” che sostituisce in blocco il vecchio menu orizzontale superiore e la maggior parte delle attività possono essere adesso svolte tramite grandi bottoni colorati (aggiunta datastore, gestione snapshot, creazione VM etc.). Seppur visivamente più gradevole e colorata, siamo ancora piuttosto lontani dal livello di utilizzo garantito dalla GUI normale.


Creazione e utilizzo delle VM dentro FreeNAS
Altra novità di tutto rispetto è l’introduzione della voce di menu VM, da cui – come è facile intuire – è possibile creare e gestire macchine virtuali sia Windows che unix-based, grazie a una interfaccia semplice e con parametri facilmente settabili.
PIC4 interfaccia

Questa funzione stacca completamene dal precedente concetto di Jails e si basa su un vero e proprio hypervisor, chiamato bhyve. Si tratta di un hypervisor FreeBSD-based completo (paragonabile a XenServer o Proxmox), in grado si virtualizzare architetture sia x86 che x64. Naturalmente per un utilizzo di questo tipo è necessario un significativo upgrade a livello di RAM e una più attenta valutazione nella scelta del processore.


PIC5 vm
Il funzionamento non è da subito intuitivo. La voce di menu da cui si crea una nuova macchina virtuale permette infatti di assegnare solo un nome, una descrizione, il numero di vCPU e la quantità di memoria RAM. Questa selezione non è però sufficiente per avere una VM operativa: bisogna muoversi nella relativa sezione Devices, dove è possibile aggiungere uno o più dischi, interfacce di rete, interfacce VNC e, soprattutto, una unità CD-ROM da cui effettuare il boot.


PIC6 devices

Per realizzare una istanza funzionante, è inoltre necessario creare uno zvol dedicato (in uno dei dataset presenti) e avere a disposizione un dataset da cui agganciare le immagni ISO dei sistemi operativi.
Una volta terminato il setup, grazie al tasto Start posto nella barra inferiore, si può avviare la macchina virtuale. FreeNAS non fornisce una interfaccia grafica avviabile da Web, ma è sufficiente un qualsiasi client VNC per collegarsi, utilizzando la combinazione IP_host:portaVNC.


Considerazioni
Le funzioni introdotte nella nuova versione di FreeNAS sono complessivamente interessanti e aprono l’utilizzo del sistema a scenari più articolati rispetto al passato. La presenza di macchine virtuali, più di tutto, consente una gestione complessivamente più facile rispetto alle Jails, e dà la possibilità di sfruttare un host fisico per più utilizzi (anche Windows-based). La nuova interfaccia grafica complessivamente non convince, ma ricordiamo che si tratta ancora di una versione beta, con ampi margini di miglioramento.

L'autore

Lorenzo Bedin

Laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, svolge l'attività di libero professionista come consulente IT, dopo un periodo di formazione e esperienza in azienda nel ruolo di sistemista Windows e Linux. Si occupa di soluzioni hardware, siti web e virtualizzazione.